Ospite del canale radiofonico era il direttore generale del quotidiano nazionale Lamine Niang Radio questa domenica, 10 novembre. Nel corso di questo programma è tornato su molte questioni, in particolare sulla situazione finanziaria dell’azienda che dirige e sulle elezioni legislative anticipate del 17 novembre.
Lamine Niang ha fatto una diagnosi della situazione che ha riscontrato a livello del quotidiano nazionale Le Soleil che “come tutte le aziende pubbliche si trova in uno stato di debito molto avanzato, pari a miliardi”. Per commentare ulteriormente dice “attendere gli audit” che si basano su “dati convincenti”. Lamine Niang aggiunge che, a parte lui, “con tutto quello che abbiamo trovato non siamo soddisfatti del personale” perché è “un debito miliardario con il management che resta da dire”. Per lui questo è evidente, soprattutto quando “troviamo personale molto demotivato, significa che c’è un problema a livello di governance nonostante sia un’azienda con molte opportunità da cogliere”.
Problemi da non trascurare con il clima sociale deleterio che vi si trova, aggiunge il direttore, così come “le nicchie di opportunità inesplorate, lasciate allo Stato”. Lamine Niang si chiede cosa serva per far accadere le cose in attesa dei risultati dell’audit.
Per il successore di Yakham M’Baye “sarà fatto un inventario per riflettere sulla nostra visione del Sole, una visione che si basa su come riposizionare il Sole per renderlo un media di riferimento, rafforzando il suo ruolo di servizio pubblico, diversificando la sua fonti di reddito e modernizzazione delle infrastrutture”. In un contesto di “transizione digitale” dove “tutti hanno uno smartphone, un tablet e una connessione internet” si apre per la star di Hann una nuova visione, in particolare digitale ma per il momento “noi teniamoci la carta”. Tuttavia “la riflessione continua, prima di adottare misure e decisioni adeguate”.
Pastef è un partito inclusivo
Lamine Niang è intervenuto anche su altri temi di attualità, in particolare sulle elezioni legislative anticipate del 17 novembre e sull’arrivo di ex dignitari all’interno di Pastef. Per lui “Pastef è un partito inclusivo e il Senegal non può essere restaurato con una minoranza”. D’altronde, avverte il direttore generale, “non si tratta di prebenda o di spartizione della torta”. Lo dice perché “il presidente del Consiglio è stato chiaro. Siamo aperti a tutti coloro la cui moralità, soprattutto nella gestione delle finanze, non ha dubbi” ed “è una fortuna che sia così” perché “siamo un partito inclusivo, aperto a tutti i figli di questo Paese per rimettere le cose a posto, svilupparlo”. Per lui l’errore da non commettere è “vedere chi viene solo per le prebende, o per condividere una torta” e “non sarà così” conclude.