In viaggio verso lo stabilimento Michelin di Cholet, tormentato dall'annuncio della chiusura, il ministro dell'Industria Marc Ferracci ha dovuto abbreviare la sua visita venerdì 8 novembre, di fronte a dipendenti e sindacati che non si aspettavano nulla dal suo arrivo.
“Non hai fatto niente per noi!”, “Vai via!”in visita al sito Michelin di Cholet venerdì 8 novembre, il ministro dell'Industria Marc Ferracci ha dovuto interrompere il suo viaggio di fronte alle invettive dei dipendenti presenti sul posto. Questi ultimi avevano appreso martedì della prevista chiusura della loro fabbrica. In totale, entro il 2026, 1.250 posti di lavoro sono a rischio, compresa la chiusura del sito di Vannes, riferisce Le Monde.
“Sono venuto qui per parlare con te”ha testimoniato il ministro tra i fischi. Egli continua: “Penso che quello che vi dobbiamo oggi siano impegni che devono essere mantenuti. Il modo in cui sono stati fatti gli annunci [de la fermeture]senza la presenza del management, è un modo che non è accettabile e ho avuto modo di dirlo a tutti.” “L’impegno che ci prendiamo è ottenere risultati, nessuno verrà lasciato indietro”conclude.
“Non ci aspettiamo assolutamente nulla da questo incontro”
I dipendenti e i sindacati, riuniti davanti al cantiere per protestare contro la brutale decisione del gruppo Michelin, non si aspettavano nulla da questa visita. “Uscirà con un po’ di blabla”indica il delegato della CGT della Michelin Cholet, Richard Grangien, intervistato davanti alla sottoprefettura di Cholet da France 3. “In ogni caso, loro (i politici) non hanno più il controllo delle aziende da generazioni. Gruppi come Michelin, che realizzano profitti miliardari, li accarezzano nella direzione del grano. Non ci aspettiamo assolutamente nulla da questo incontro.”
Se il ministro ha testimoniato di sostenere gli sforzi dei sindacati per trovare soluzioni locali di riqualificazione dei dipendenti, questi ultimi, stupiti, contestano la buona fede del ministro. “Non è lui che impedirà la chiusura”stima Morgane Royer, del Sud. “Avrebbe potuto impedirlo già da molto tempo, lo sapevano da tempo”conclude. Per Yohan, dipendente della fabbrica di Cholet, l'annuncio della chiusura suona come un ceppo. “Ho tre figli piccoli, domani non so cosa diventerò”.
pubblicato il 9 novembre alle 8:27, Gabriel Gadré, 6Médias
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