la “Tobin tax”, leva importante ma ignorata

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Il ministro responsabile del Bilancio e dei conti pubblici, Laurent Saint-Martin, interviene dal podio durante una discussione sulla prima parte della legge finanziaria 2025. Parigi, 21 ottobre 2024. JULIEN MUGUET PER “IL MONDO”

In questo periodo di forte divisione politica sul futuro del bilancio della Francia, la tassa sulle transazioni finanziarie (TTF) è una delle rare leve in grado di raccogliere consenso in gran parte dell’Emiciclo. Almeno 21 emendamenti al bilancio 2025, provenienti sia dalla sinistra, dai repubblicani che da Rassemblement National, propongono di rafforzare considerevolmente questa tassa, per portare nelle casse dello Stato tra 1,25 e 10,8 miliardi di euro aggiuntivi ogni anno, secondo i calcoli di parlamentari.

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Cos'è la TTF?

Teorizzata agli inizi degli anni '70 dal premio Nobel americano James Tobin, la TTF consiste nel riscuotere una tassa contenuta su ogni transazione effettuata sui mercati finanziari. Inizialmente focalizzata sulle transazioni monetarie, per limitare le fluttuazioni dei tassi di cambio, l’idea della “Tobin tax” è stata poi estesa ad altri tipi di scambi finanziari. L'obiettivo è penalizzare gli scambi rapidi considerati più speculativi. Secondo l'economista americano, troppi scambi di questo tipo destabilizzano il mercato, e una tassa, anche bassa, permetterebbe di ridurne il volume.

Per decenni la TTF è rimasta sostanzialmente un pio desiderio, difesa in particolare dal 1998 dall’Associazione per la tassazione delle transazioni finanziarie e per l’azione dei cittadini. Ma l’idea ha gradualmente guadagnato popolarità, soprattutto dopo la crisi finanziaria del 2007-2008. All’argomento della regolamentazione dei mercati finanziari si aggiunge ora una significativa opportunità di bilancio per gli Stati fortemente indebitati. Diversi economisti, come Gunther Capelle-Blancard, autore di Tassazione delle transazioni finanziarie (La Découverte, 2024), lo vedono come una leva fiscale indolore per i privati, che potrebbe portare miliardi alle finanze pubbliche.

Come funziona l'imposta in vigore in Francia?

La Francia è uno dei rari paesi ad aver adottato una TTF nel 2012, sotto la presidenza di Nicolas Sarkozy. Non appena acquistano o vendono azioni di grandi società francesi quotate, gli investitori (francesi o stranieri) devono pagare un'imposta in base all'importo di tale acquisto.

Fissata inizialmente allo 0,1%, l'aliquota è stata aumentata due volte durante la presidenza di François Hollande (2012-2017): prima allo 0,2%, ancor prima dell'entrata in vigore dell'imposta, poi all'attuale 0,3%, pochi mesi prima della sua partenza dall'Eliseo.

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