Un tribunale francese ha condannato a 27 anni di reclusione un ex medico ruandese per il suo coinvolgimento nel genocidio del Ruanda del 1994. Eugène Rwamucyo è stato giudicato colpevole di “complicità in genocidio” e “complicità in crimini contro l’umanità” dalla Corte d’assise di Parigi, sebbene sia stato assolto dalle accuse di genocidio e crimini contro l’umanità.
I pubblici ministeri avevano inizialmente chiesto una condanna a 30 anni per Rwamucyo, che aveva negato tutte le accuse durante il processo iniziato il 1° ottobre. Le accuse contro di lui includevano la diffusione di propaganda anti-tutsi e la supervisione della sepoltura delle vittime in fosse comuni a Butare, nel sud del Ruanda.
Jean Pierre Gakwerere, sopravvissuto al genocidio, ha espresso la sua soddisfazione per questa decisione francese che, secondo lui, rende giustizia alle vittime. Eugène Rwamucyo, 65 anni, è stato arrestato nel 2010 a Sannois, mentre lavorava come medico nel nord della Francia. In Ruanda è stato condannato all’ergastolo in contumacia nel 2009.
La sentenza arriva mentre anche i sopravvissuti ruandesi hanno intentato una causa contro la Francia, chiedendo 540 milioni di dollari in risarcimenti. La sentenza è attesa per il 14 novembre. Questa azione evidenzia le ripercussioni in corso nel ritenere gli attori internazionali responsabili del genocidio.
Il presidente Emmanuel Macron ha riconosciuto la “responsabilità” della Francia per l’incapacità di fermare il genocidio. Questo riconoscimento rappresenta un notevole cambiamento nella posizione della Francia, affermata durante una visita in Ruanda nel 2021, dove ha affermato che la Francia e i suoi alleati “avrebbero potuto fermare” i tragici massacri del 1994.
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