Chiamato “Unstoppable”, questo programma è il secondo dedicato alle calciatrici dopo una prima strategia annunciata nel 2019 e che ha accompagnato la crescita di ricavi, giocatori e pubblico in tutto il continente. Ma se si mirava all’obiettivo di 2,5 milioni di licenziatari nel continente, l’ultimo rapporto della UEFA ne elenca solo 1,6 milioni.
Per continuare su questo slancio, l’organismo europeo identifica i bisogni di formazione – “giocatori, allenatori e arbitri di qualità in numero sufficiente” –, la professionalizzazione dei campionati e lo sviluppo commerciale delle competizioni. Mira anche alla nascita di una “cultura del tifoso”. Nel 2022, la finale europea femminile di Londra, vinta dall’Inghilterra contro la Germania, è stata seguita da 50 milioni di telespettatori. Un record. L’anno successivo, la Coppa del Mondo femminile in Australia e Nuova Zelanda ha generato più di 570 milioni di dollari in benefici economici. Sempre nel 2023, la finale di Champions League, vinta dal FC Barcelona, è stata seguita da 5,1 milioni di persone.
In vista la riforma delle Coppe dei Campioni
Nonostante ciò, il pubblico, gli incassi e il numero di spettatori diminuiscono molto rapidamente, salvo rare eccezioni, per le partite ordinarie delle competizioni nazionali. La UEFA intende quindi “tradurre i picchi di presenze e di pubblico in numeri più alti nell’arco dell’intera stagione”, un progetto essenziale per riempire con maggiore regolarità gli stadi. In Svizzera, le ultime due partite della nazionale femminile hanno attirato 14.370 spettatori venerdì a Zurigo e 10.800 martedì a Ginevra. Ma la partita contro la Francia a La Praille è iniziata alle 21, un orario troppo tardi per un pubblico composto in parte da scolari.
La UEFA si impegna a investire “1 miliardo di euro proveniente dalle entrate delle competizioni” e le proprie riserve “in iniziative sul calcio femminile”, oltre a sostenere i progetti delle federazioni nazionali per il calcio di base e per trasformare le sue competizioni. La più prestigiosa per club, la Champions League, inaugurerà anche nel 2025-2026 una nuova formula ricalcata su quella della Champions League maschile in vigore questa stagione, con un mini-campionato a 18 squadre che sostituirà la fase a gironi.
Come l’Europa League e la Conference League, l’organismo europeo lancerà anche “una seconda competizione interclub femminile” la prossima stagione, subito dopo gli Europei femminili ospitati dalla Svizzera dal 2 al 27 luglio 2025.
Entro il 2030, la UEFA punta a “sei campionati professionistici e 5.000 giocatori professionisti nel continente”, rispetto rispettivamente ai tre campionati e ai 3.049 giocatori professionisti di oggi, e vuole rendere il calcio “lo sport di squadra più popolare tra le donne e le ragazze in tutti i paesi europei”. .