all’Assemblea nazionale, un dibattito all’ombra del 49.3

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Il primo ministro Michel Barnier e il ministro dell’Economia Antoine Armand, al termine del consiglio dei ministri, all’Eliseo, il 15 ottobre 2024. JULIEN MUGUET PER “IL MONDO”

Per il governo si tratta di una triplice sfida, di bilancio, politica e democratica, che attende l’Assemblea nazionale. I deputati esamineranno a partire da lunedì 21 ottobre in seduta pubblica la parte “entrate” della legge finanziaria (PLF) per l’anno 2025. Sono stati presentati quasi 3.500 emendamenti.

Una cifra significativamente inferiore a quella del bilancio 2024 (5.238), ma che lascia presagire un dibattito pericoloso per Michel Barnier, primo ministro senza maggioranza, che potrebbe utilizzare l’articolo 49.3 per far adottare il suo bilancio senza votazione. “Scommettiamo che la discussione si svolga nell’Assemblea nazionale. Poi si farà al Senato”, assicura l’affittuario di Matignon in Il diario della domenica, ricordando Che cosa “il 49.3 permette così di evitare un blocco” parlamentare.

Ma il ricorso a questa disposizione costituzionale sarebbe un gesto di “totale sfiducia nel voto francese nelle ultime elezioni legislative”proclama il deputato del Raggruppamento Nazionale (RN) della Somme, Jean-Philippe Tanguy, mentre il suo gruppo esita a censurare Michel Barnier e il suo governo. Il dibattito parlamentare rischia di essere indebolito da una valanga di emendamenti, tra cui i 750 presentati dai 47 rappresentanti eletti della Destra Repubblicana (DR).

Dietro, il gruppo Ensemble pour la République (EPR) di Gabriel Attal ne propone 540. Una libertà che si prendono i due principali gruppi della coalizione di Michel Barnier che a malapena dissimulano il loro disaccordo su un bilancio che ignora le riforme strutturali. “Questa prima parte [du budget] è stato sviluppato senza che nessuno proponesse o assumesse una visione complessiva del nostro Paese e della nostra economia”, Si è rammaricato, sabato, il deputato dell’EPR di Parigi, David Amiel.

All’origine del malcontento, Matignon e Bercy si attengono al loro unico obiettivo: generare 60 miliardi di euro di risparmi per il 2025. L’obiettivo è frenare l’impennata del deficit pubblico – 6,1% del prodotto interno lordo nel 2024 – e ridurlo al 5% dal 2025, senza “competitività e, più in generale, attività economica” non soffrirne. Per fare questo, il saldo difeso è di 40 miliardi di euro di risparmi e 20 miliardi di euro di aumenti delle tasse.

Maggioranze di circostanze

Lunedì, in Emiciclo, i deputati ricominceranno dal testo iniziale del governo, ignorandolo di circa 200 emendamenti adottati dalla commissione Finanze la settimana scorsa. La componente fiscale del PLF è stata profondamente rivista con 60 miliardi di euro di entrate aggiuntive, secondo il presidente “ribelle” del comitato finanziario, Eric Coquerel. “Abbiamo dimostrato che esiste un budget “NFP”. [Nouveau Front populaire]-compatibili” ha la maggioranza potenziale in questa Assemblea », si rallegra.

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