In Togo, elezioni legislative per consolidare il potere di Faure Gnassingbé

-
>>

Un manifesto elettorale per Faure Gnassingbé, a Lomé, il 19 febbraio 2020. LUC GNAGO / REUTERS

Se la manovra avrà successo, Faure Essozimna Gnassingbé non avrà più bisogno di sottoporsi direttamente al verdetto delle urne. Il presidente togolese, promosso capo dello Stato dall’esercito il 6 febbraio 2005, il giorno dopo la morte di suo padre, Gnassingbé Eyadéma, si annuncia come il principale beneficiario del cambiamento costituzionale che ha recentemente trasformato il suo paese in una sistema parlamentare. Uno sconvolgimento che i togolesi sono chiamati a ratificare, in occasione delle elezioni legislative e regionali previste per lunedì 29 aprile.

Votata di nascosto per la prima volta, il 25 marzo, e adottata il 19 aprile in seconda lettura all’unanimità dagli 87 deputati presenti, la nuova Costituzione – se dobbiamo credere agli estratti trapelati sui social network, perché non c’è testo che non sia stata ufficialmente pubblicata – sancisce l’onnipotenza del capo del governo, a scapito del presidente della Repubblica. Quest’ultimo, eletto per un mandato di quattro anni rinnovabile una volta dal Parlamento riunito al Congresso – mentre prima era eletto a suffragio universale diretto – ora ha solo un ruolo onorifico.

Il vero potere spetta al “presidente del Consiglio dei ministri” designato dall’Assemblea nazionale, senza limitazione di mandato. Capo delle forze armate e responsabile della politica estera, questo “super primo ministro” deciderà le principali direzioni del Paese. Una posizione fatta su misura per Faure Gnassingbé, leader del partito al potere e naturale contendente per questa posizione. Anche se l’interessato non ha espresso le sue intenzioni, l’opposizione chiede che il doppio scrutinio legislativo e regionale si trasformi in un referendum contro questo sconvolgimento istituzionale.

Un processo criticato

I circa 4,2 milioni di togolesi che lunedì dovranno eleggere i loro 113 deputati e 179 consiglieri regionali non sono stati consultati sul cambio di regime. Il processo è tanto più criticato dall’opposizione e dalla società civile in quanto tale “viola”sostengono i suoi detrattori, l’articolo 59 della Costituzione in vigore dal 1992, secondo cui il metodo di elezione del Presidente della Repubblica può essere modificato solo mediante referendum. “Dobbiamo dire le cose col loro nome: quello che sta accadendo in Togo è un colpo di stato costituzionale. Ci sono già stati dei ritocchi con la legge in passato per permettere al presidente di mantenere la sua posizione, ma qui il quadro è completamente esploso”afferma l’accademico togolese Jonas Siliadin.

Leggi anche | In Togo, una nuova Costituzione cucita su misura per Faure Essozimna Gnassingbé

Aggiungi alle tue selezioni

Il governo, dal canto suo, si difende da ogni violazione della legge, sostenendo che i deputati – anche se il loro mandato è scaduto nel dicembre 2023 – erano legalmente in grado di rivedere la Costituzione. “Abbiamo una maggioranza che si assume la responsabilità, spiegato a Mondoall’inizio di aprile, il ministro della Funzione pubblica, Gilbert Bawara. Uno degli obiettivi della riforma è ridurre il numero delle consultazioni elettorali, perché sono momenti che generano tensioni, a volte anche crisi. Senza dimenticare le risorse finanziarie che dovranno essere destinate ad esso. »

Ti resta il 56,13% di questo articolo da leggere. Il resto è riservato agli abbonati.

-

NEXT “Banda di idioti ignoranti”, Élie Semoun perde la pazienza sui social contro gli studenti di Sciences Po