L’adultismo contagia anche i bambini

L’adultismo contagia anche i bambini
L’adultismo contagia anche i bambini
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Spesso, gli adulti prendono decisioni per i bambini, soprattutto quando si tratta dell’ora di andare a letto. Secondo Sandra Richter, educatrice della prima infanzia, questo è valido se fatto a fini educativi. D’altro canto, quando c’è svalutazione e discriminazione del bambino a causa della sua età, si parla di adultismo.

“Quando un adulto presume di essere più intelligente, più maturo e più competente di un bambino e ha quindi il diritto di comandarlo senza il suo consenso, si tratta di adultismo”, spiega l’NCBI Switzerland (National Coalition Building Institute). Frasi tipiche come “Basta con i capricci!” o “Perché te l’avevo detto” illustrano questo atteggiamento. Purtroppo, ciò che viene detto alla leggera può avere gravi conseguenze.

E inizia in età molto precoce. Ad esempio, quando un adulto abbraccia un bambino senza chiedergli la sua opinione, anche se il bambino chiaramente non vuole. “Consideriamo questo tipo di trasgressione parte integrante dell’educazione”, afferma Sandra Richter. Se il bambino rifiuta, viene spesso etichettato come timido o maleducato.

Frasi come “Sei ancora troppo giovane per questo” mostrano anche quanto profondamente questi modelli di pensiero siano radicati nella società. “In molte situazioni, sarebbe perfettamente possibile coinvolgere i bambini nelle decisioni che li riguardano, a seconda del loro livello di maturità”, afferma Sandra Richter, citando la scelta del cibo o dei giochi come esempi.

“Quando i bambini scoprono che amore e dominio possono andare di pari passo, è probabile che si sviluppino pensieri come ‘Non sono importante’ o ‘Sono dipendente'”, racconta la psicologa infantile Christina Wehleit a ZDF. Ciò può avere ripercussioni negative sull’autostima e persino portare a un disturbo mentale.

Per Herbert Renz-Polster, pediatra e scrittore, la valorizzazione del bambino è intrinsecamente legata alla tolleranza e alla coesione sociale: “Un bambino che non si sente valorizzato e che, inoltre, non ha l’impressione di essere parte integrante della società avrà pregiudizi nei confronti degli altri bambini, anche se gli vengono forniti argomenti contrari”, spiega l’esperto alla rivista Kindergarten heute.

Ciò non significa mettere in discussione ogni azione educativa. “È essenziale che un bambino impari dagli altri, perché non ha ancora abbastanza conoscenze proprie per comprendere le relazioni e valutare i pericoli”, spiega la pedagoga Sandra Richter. Tuttavia, questo apprendimento dovrebbe sempre essere fatto su una base rispettosa e volontaria e non dovrebbe essere dominato dagli ordini.

Secondo l’esperto, l’obiettivo non è trattare i bambini come piccoli adulti, ma prenderli sul serio nel loro sviluppo e con le loro esigenze e non infantilizzarli. Dobbiamo chiederci a cosa serva una regola del genere e se la sua unica ragione d’essere non sia quella di evitare qualsiasi discussione o confronto.

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