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“Molto presto mi hanno fatto capire che ero troppo vecchio”

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Tuttavia, dalle prime frasi di Ogni giorno, Susanneun racconto epistolare dell’autrice, compositrice e interprete, che ha nove album al suo attivo, l’emozione ci ha travolto. “Ho quasi fermato tutto […] La mancanza di visibilità del mio ultimo album (Vita moderna, 2023, ndr) mi ha destabilizzato”.

Intervista a La Grande Sophie per “Ce istante”

La consolante

I fan di La Grande Sophie ricordano “Suzanne”, la decima e ultima canzone di Il posto del fantasma, pubblicato nel 2012. Suzanne è entrata nella vita dell’artista nel 2010 dopo aver dovuto affrontare una dura prova, come confida a pagina 175. Suzanne, “ma confortante”.

gabbiano

Nella vita ci sono momenti in cui è importante esprimere a parole ciò che stiamo vivendo.

Sophie Huriaux, vero nome (Thionville, 1969) – donna determinata, che ha seguito i suoi sogni d’infanzia e pensava che nulla potesse abbatterla – si sente quindi scossa quando il suo album non ha il successo sperato. Richiama Suzanne, la sua confidente, alla quale indirizza, questa volta, una serie di lettere – di poche parole o di più pagine. “Nella vita ci sono momenti in cui è importante esprimere a parole ciò che stiamo vivendo”spiega La Grande Sophie che non si è mai rivolta ad uno psicologo e ha sempre desiderato, da brava autodidatta, trovare da sola le soluzioni. Perché questo nome Suzanne? “Perché l’ho trovato dolce. A quel tempo sembrava vecchio. Con questo volevo dire che stavo parlando a una donna matura”. Ogni giorno, Susanne opera una sorta di ripresa itinerante da un’epoca (fine XX secolo) a un’altra (inizio XXI), vista attraverso il prisma di una donna e musicista il cui status e professione subiranno notevoli sconvolgimenti, mentre la società si trasforma da una rivoluzione non solo tecnologica ma anche femminista. “Riflettere sul mio viaggio mi ha aiutato a ritrovare la fiducia.”

Intervista a La Grande Sophie per “Le nostre storie”

gabbiano

A volte mi sentivo come se fossi spudorato. Per me modesto è già immodesto.

In queste lettere, La Grande Sophie si rivela come probabilmente non aveva mai fatto prima nelle sue canzoni – dove le metafore le permettevano di essere più ellittiche. “È una corrispondenza, è stato un esercizio speciale. A volte avevo l’impressione di essere immodesto. Per me il modesto è già immodesto”. I suoi ricordi d’infanzia, i suoi primi caffè all’aperto a Marsiglia, il suo trasferimento a Parigi, lo Studio des Variétés, la paura del palcoscenico, le parole che le piacciono (o no), il suo lato eccentrico, il periodo trascorso allo studio ICP di Bruxelles, gli incontri professionali (Sylvie Vartan, Françoise Hardy, Lee Hazlewood, Régine, ecc.), il tour bus, la sua prima Olympia, la sua cover per chitarra di “Dis, quand-tu rés-tu?” di Barbara, la sua Victoire de la Musique come miglior album del 2013: La Grande Sophie ha voluto raccontare quante più cose possibile, senza seguire un percorso cronologico. “Volevo dare un ordine a queste lettere, ma nello stesso modo in cui tu dai la tracklist del tuo album.”

gabbiano

Se affronto il tema dell’età è perché, molto presto, mi hanno fatto capire che ero troppo vecchio.

“Troppo vecchio”

Lo sguardo tagliente che ha sui direttori delle case discografiche, sull’immagine che prevale sul suono, su Tik Tok, sul mondo che si smaterializza, sull’età,… è delizioso. «Se affronto il tema dell’età è perché, molto presto, mi hanno fatto capire che ero troppo vecchia. Già alle 28! Cosa posso dire, adesso, che ho cinquant’anni? Anche se mi sento molto bene per questo decennio, alcuni non hanno mancato di farmi capire che non ero più giovane”. La Grande Sophie ci rassicura: “Va tutto bene. Sono pieno di desideri. L’ultimo? Fare Ogni giorno, Susanne una lettura musicale di cui ha affidato la messa in scena alla sua ex manager, Johanna Boyé. “Sono molto contenta dei miei outfit che faranno concorrenza agli abiti Peau d’Âne”La Grande Sophie ride.

Eccone una che ha un potere evocativo inarrestabile che fa emergere nelle interviste così come in questo libro. Così, quando parla dei dolcevita di nylon da cui né lei né suo fratello sono sfuggiti, rivolgendosi tanto a Suzanne quanto ai suoi lettori, La Grande Sophie lo sostiene con un “avete presente quelli indossati da Les Frères Jacques mentre canta ‘The jam is dripping’”.

Ricordi personali intrisi di universalità: sono quindi rivolti tanto al pubblico del dispettoso cantante quanto alle giovani generazioni. Una testimonianza preziosa.

Ogni giorno, Susanne | Racconto epistolare | La Grande Sophie | Phébus, 239 pagg., 21€, digitale 15€

ESTRARRE

“Oggi pomeriggio ho seppellito Purple, la grancassa del mio debutto, in un angolo del giardino, proprio dietro l’albicocco. Era risciacquato e occupava troppo spazio. L’ho avvolto con cura nella plastica pensando che un giorno o sarei stato al suo fianco, oppure sarei andato a cercarla. L’ho accudita con attenzione (…) Il mondo si sta smaterializzando, anch’io”.

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