QCosa hanno in comune Keir Starmer, Olaf Scholz, Mette Frederiksen e Justin Trudeau, i capi di governo britannico, tedesco, danese e canadese? Sono tutti socialdemocratici o di centrosinistra. E sono stati tutti, nelle ultime due settimane, bersaglio di attacchi da parte di Donald Trump o Elon Musk.
Un’altra caratteristica che li accomuna: non sono invitati alla cerimonia di insediamento del presidente Trump, lunedì 20 gennaio, a Washington. Non c’è da stupirsi, diranno gli esperti di protocollo: tradizionalmente, i capi di Stato e di governo stranieri non sono invitati. Lunedì però ce ne saranno alcuni, ma non hanno la stessa convinzione di questi centristi relegati in un altro mondo. Perché l’elenco delle personalità straniere invitate dal team Trump, che scopriamo col passare dei giorni, somiglia sempre più a un vertice informale di questa nuova “internazionale reazionaria” inventata in America Latina e denunciata il 6 gennaio da Emmanuel Macron.
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L’espressione che il presidente francese ha usato riguardo al boss del social network Il Grande Continenteda due ricercatori argentini, per descrivere la corrente incarnata dal presidente iconoclasta Javier Milei, soprannominato anche il pazzo (“il pazzo”) nel suo paese. I due accademici Bernabé Malacalza e Juan Gabriel Tokatlian decifrano il “diplomazia del complotto” di Milei e vedere l’emergere, con lui, di una novità, quella di a “internazionale di fatto reazionaria, multiforme, geograficamente dispersa e ideologicamente eterogenea”.
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Diciotto mesi dopo, eccoci qui. Nel 2025, senza essere istituzionalizzata come lo è stata l’Internazionale socialista, prende forma l’“internazionale reazionaria” – una forma caotica, come il mondo. Javier Milei, un libertario che si vanta di avere un “Disprezzo infinito per lo Stato” e che Trump dice sia suo “presidente preferito”è stato il primo ad annunciare la sua presenza alla cerimonia di inaugurazione. Sarà in buona compagnia: non è stata ancora pubblicata alcuna lista ufficiale degli ospiti stranieri, ma ogni nuovo nome che circola arricchisce un elenco sempre più ampio di leader dei movimenti populisti del pianeta.
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