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l’etichetta nega le accuse

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Il cantante dei Limp Bizkit Fred Durst ha intentato una causa da 200 milioni di dollari contro l’Universal Music Group (UMG), accusando l’etichetta di pratiche contabili fraudolente che hanno privato il gruppo dei diritti d’autore dovuti. L’UMG ha chiesto il rigetto di tale denuncia, definendo le accuse “fallaci”.

Una disputa su royalties e diritti musicali

Secondo la denuncia presentata in ottobre, Fred Durst accusa la UMG di non aver pagato royalties sostanziali per i 45 milioni di album venduti o trasmessi in streaming dai Limp Bizkit. Il cantante sostiene che l’etichetta ha sistematicamente affermato che i 43 milioni di dollari anticipati per la produzione degli album non erano stati recuperati, giustificando così il mancato pagamento.

Dopo aver assunto nuovi rappresentanti finanziari, Fred Durst avrebbe scoperto che la UMG aveva pagato 1,03 milioni di dollari al gruppo e 2,3 milioni di dollari alla sua etichetta Flawless Records, una somma che secondo lui era molto inferiore a quanto dovuto.

Durst cerca anche di annullare il contratto discografico dei Limp Bizkit con la UMG, riprendere la proprietà dei master della band e rescindere i suoi precedenti accordi con la Flawless Records.

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L’UMG risponde e chiede il rigetto del reclamo

Secondo Rolling Stone, l’UMG ha presentato una mozione per l’archiviazione del caso, affermando: “La storia secondo cui l’UMG ha cercato di nascondere i diritti d’autore è una finzione.”

La società afferma che i pagamenti effettuati coprivano tutte le royalties e i profitti dovuti. Aggiunge che gli scambi di posta elettronica tra i rappresentanti del gruppo e quelli dell’UMG contraddicono le accuse di frode.

Secondo la UMG la confusione nasce da una discussione tra il manager della Limp Bizkit e il direttore della UMG sulla definizione di un profilo di pagamento dei diritti d’autore.

Limp Bizkit rejette les arguments d’UMG

I rappresentanti dei Limp Bizkit hanno risposto con veemenza alla mozione di licenziamento presentata dall’UMG. Dichiarano: “Quando qualcuno viene colto in flagrante, la prima reazione è spesso quella di assumere avvocati molto costosi per cercare di far archiviare il caso. Crediamo che UMG stia utilizzando una strategia classica, aggrappandosi disperatamente ai dettagli tecnici”.

La denuncia di Durst sottolinea inoltre che la UMG non ha fornito dichiarazioni sulle royalty tra il 1997 e il 2004, periodo in cui il gruppo ha goduto di un immenso successo commerciale.

Un precedente che potrebbe preoccupare altri artisti

Fred Durst sostiene che i Limp Bizkit non sono l’unico gruppo interessato e che anche centinaia di artisti potrebbero essere stati vittime di pratiche simili. Se queste accuse fossero confermate, questo caso potrebbe avere importanti implicazioni per l’industria musicale.

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