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Stagione 4, episodio 7 | Restando tra me e te, con Diane Dufresne

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“Cerco di creare ogni giorno”, afferma Diane Dufresne. Ogni giorno è nuovo per me. Perché quando vai a dormire la notte, non sai mai se ti sveglierai il giorno dopo. »


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Episodio 7: Diane Dufresne

In una rara e generosa intervista, Diane Dufresne racconta la creazione del suo nuovo album, Stato d’assedio. Confida sul suo rapporto con la madre, morta troppo giovane, sul suo rapporto con l’età e sulle sue convinzioni ambientaliste, oltre a ritornare all’amicizia con Luc Plamondon.

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FOTO SARAH MONGEAU-BIRKETT, LA STAMPA

La cantante Diane Dufresne

Tre citazioni dalla nostra intervista

Del suo rapporto con il suo pubblico

“Non devo essere gentile quando preparo uno spettacolo. Non dovresti disturbarmi troppo, perché ho bisogno di essere centrato. Vado a prendere la gente. E non è cosa da poco andare a vedere la gente! Ogni persona in una stanza ha una vita, ogni persona è importante. Ho una responsabilità, anche se si tratta di uno scambio. »

Del suo primo momento di ebbrezza musicale

«È stato allora che ho sentito Barbara cantare La mia storia più bella a Bobino [légendaire salle de Paris]. Dovevo avere 20 anni. Barbara era la sua vita, la musica, un po’ come me. È arrivata nel suo camerino con largo anticipo. Per lei era la sua storia d’amore. Viveva veramente per il pubblico. Era magnifica, Barbara. Era unica. »

A proposito di sua madre

“I miei genitori andavano a New York una volta all’anno, mia madre andava lì a comprarsi i vestiti. A mio padre è sempre piaciuto ciò che era nuovo, anche a mia madre. Negli anni Cinquanta aveva i capelli color platino, la coda a papera, fumava sigarette, indossava pantaloncini cortissimi. Era il petardo cittadino degli Angioini. Amava la differenza, non ne aveva paura. »

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