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Thierry Coljon ripercorre l’incredibile successo della cover del brano “Nightcall”

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Uscito nel 2010, contemporaneamente al film Guidareil pezzo Chiamata notturna La canzone di Kavinsky sta vivendo una seconda giovinezza. Il motivo: la cover della cantante Angèle e del gruppo Phoenix durante la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi di Parigi. Per discutere di questo rinnovato successo, il giornalista del quotidiano La seraThierry Coljon, ospite di RTL info ore 13:00

E nonostante la canzone sia molto simile alla versione originale, la presenza di Angèle nella canzone ha avuto un ruolo considerevole in questo nuovo successo.È vero che porta qualcosa. Ha questa voce soave che tutti amano, visto che i suoi primi due album sono stati dei veri successi. E, al di là della sua personalità e del suo fascino naturale, è prima di tutto una musicista, pianista, autrice, compositrice, cantante ovviamente, e quindi tutto ciò gioca un ruolo“.

Vero e proprio evento seguito da milioni di spettatori in tutto il mondo, esibirsi in una cerimonia di chiusura rappresenta spesso un trampolino di lancio per gli artisti, come spiega Thierry Coljon: “È enorme, milioni di persone in tutto il mondo hanno scoperto Angèle. E anche se è molto conosciuta in Francia e Belgio, e ha già fatto un piccolo tour negli Stati Uniti, qui va oltre. Molte persone in tutto il mondo hanno scoperto Angèle. (…)”.

Da diversi anni, vediamo regolarmente uscire canzoni con nuove versioni. Ciò è possibile grazie a due cose in particolare, spiega il giornalista.

Social network e piattaforme digitali. Consigliano alla gente “ehi, se ti piaceva questo tipo di musica, ti piacerà anche questo”. Ed è vero che diciamo sempre “un successo, un giorno, sarà sempre un successo”. Quindi qualsiasi successo degli anni ’60, ’70, se lo rivisiti con un sound moderno, funziona, ma non solo nel pop. Possiamo dirlo nel jazz, nella musica classica. (…) Quindi ecco, questa canzone era stata un po’ dimenticata, ma qualsiasi canzone può tornare a essere un successo con un po’ di sound o una serie, come abbiamo visto con Kate Bush, che molti giovani non conoscevano e che hanno riscoperto solo grazie alla serie Stranger Things. Quindi ecco qua, bene per gli artisti, ovviamente“, conclude.

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