Lo sentiamo ascoltando il famosissimo spettacolo mattutino France Bleu Béarn Bigorre. I padroni di casa Eric Dreux e Cynthia Lafontaine, così come il giornalista Matthias Kern, vedono arrivare questa trappola che sconvolge la loro vita quotidiana da lunedì 4 novembre. In onda come nella vita, non si dice più “France Bleu Béarn Bigorre” ma “ICI Béarn Bigorre”.
Un cambio di stato civile che racconta di un riavvicinamento nazionale tra il servizio pubblico radiofonico locale e il suo equivalente televisivo. In questo caso per Béarn, Francia 3 Pau Sud – Aquitania.
«Le radio del servizio pubblico hanno sempre cambiato nome», ricorda il nuovo direttore di France Bleu Béarn Bigorre, Franck Lidon. Che ha sostituito Joël Bitoun all’inizio dell’anno scolastico. “Bisogna tornare alle origini per capire che France Bleu nasce dalla voglia di mettere in rete il territorio. Blue Radio esisteva sulle onde medie ma non esisteva una rete propriamente detta, ognuno lavorava sul proprio territorio. »
“Una radio a 360°”
I grandi fenomeni climatici della fine del secolo accelerarono il riavvicinamento. “All’epoca della tempesta del 1999, Jean-Marie Cavada decise che France Bleu doveva diventare la radio locale dello Stato. Così per ogni evento naturale o di altro tipo che colpisce il nostro settore, abbiamo un giornalista sul posto. È così che è nata la rete France Bleu, in qualche modo modellata su quella locale della BBC. »
Questo “Piano Blu” ha riunito la galassia delle radio pubbliche locali, molte delle quali prendono il nome dal modello “Radio France Pau Béarn” e “Radio bleue”, un’emittente che offriva programmi rivolti agli anziani negli anni ’80 e ’90. La rivoluzione di Internet ha richiesto a nuova riflessione globale. “Non avevamo preso esattamente la direzione giusta nella nostra struttura”, continua Franck Lidon. Abbiamo dovuto evolverci per integrare nuovi formati digitali. »
“In tempi di catastrofi naturali, ci rendiamo conto che una stazione dotata di batterie può sempre essere utile. La radio avrà sempre un senso»
Sono apparsi podcast e video, come avviene in tutto il gruppo Sud Ouest. “Stiamo passando alla radio, al digitale, alla televisione a 360 gradi. L’ascolto della radio sull’apparecchio diminuisce visibilmente ma in tempi di calamità naturali ci rendiamo conto che un apparecchio con batterie può ancora essere utile. La radio avrà sempre un senso. Siamo un vero e proprio legame sociale. »
Da giugno 2022, France 3 Pau Sud – Aquitaine ha sede nello stesso edificio vicino a Place Clemenceau di France Bleu. Un piano sopra ci prepariamo allo stesso modo al cambio di identità. Se il marchio France 3 continuerà, tutti i suoi programmi regionali saranno d’ora in poi trasmessi sotto il nome “Ici” come “Ici 12/13” e “Ici 19/20”.
La speranza della Francia 3
Il 4 novembre, Philippe Martinetti, vicedirettore delle antenne di France TV, responsabile dell’offerta regionale, ha insistito nel ricordare che France 3 non stava scomparendo. «Non voglio fare speculazioni, preferisco restare ai fatti: insieme stiamo rafforzando un brand locale, che dovrebbe permettere ai due media France 3 e France Bleu di avere una risonanza più forte. Per il futuro credo in una maggiore cooperazione editoriale, attorno allo sport e ai grandi eventi, preservando l’unicità dei due media. »
Questa è anche la speranza del tecnico di France Bleu Béarn Bigorre, per il quale la fusione con France 3 deve creare ponti editoriali e tecnici per offrire un’offerta globale a spettatori, ascoltatori e interlocutori. L’idea di un canale filmato al 100% non è all’ordine del giorno, né lo è una fusione di redazioni e team. Ma non è da escludere che in futuro anche altre trasmissioni del palinsesto avranno una versione video.
“Diamogli tempo”, conclude Franck Lidon. Siamo molto felici di ritrovare France Télévisions, ma il cambio di marchio non avviene dall’oggi al domani. Ognuno di noi rimarrà fedele a ciò che è. Facciamo radio filmata ma resta e resterà radio. »
Storia e preoccupazioni
I primi spettacoli mattutini di France Bleu ripresi dalle telecamere di France 3 risalgono al 2018. Oggi lo propongono 37 dei 44 locali della rete France Bleu. La fusione in un marchio audiovisivo pubblico locale comune è stata voluta nel 2021 dal Ministro della Cultura, Roselyne Bachelot. I sindacati hanno espresso la loro preoccupazione per quello che vedono come il primo passo verso la fusione delle due entità e, in definitiva, il risparmio di mezzi. Martedì 5 novembre un sindacato intersindacale di France 3 ha indetto uno sciopero.