Tahar Rahim parla della sua preparazione senza compromessi per interpretare Charles Aznavour

Tahar Rahim parla della sua preparazione senza compromessi per interpretare Charles Aznavour
Tahar Rahim parla della sua preparazione senza compromessi per interpretare Charles Aznavour
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Come si ritrae sullo schermo una leggenda come Charles Aznavour? Questa domanda tormentava Tahar Rahim prima di accettare il suo ruolo in Il signor Aznavourun film diretto da Mehdi Idir e Grand Corps Malade, che uscirà il 23 ottobre.

“Aznavour è una personalità immensa, un artista immenso”, ammette l’attore, quando “Sept à huit” gli chiede della sua interpretazione. “Mi sono detto: la persona e la personalità sono quasi impossibili da raggiungere. Mi sono chiesto come avrei fatto, ho visto la montagna”.

Ossessione

Fortunatamente, Tahar Rahim “ama” la trasformazione. “L’idea di diventare qualcun altro sembra impossibile, quasi schizofrenica, ma avere la capacità di cambiare fisicamente, e allo stesso tempo poter annegare, dare tutto al personaggio in una trasformazione, mi consente di avere più fiducia in me stesso e di credere ancora di più in una verità immediata. Ma c’è anche qualcosa di fisico che è simile a ciò che possono sperimentare gli atleti di alto livello”, si entusiasma.

Per ottenere questo risultato, l’attore ha svolto un lungo lavoro di osservazione per trovare “la postura giusta per muoversi come lui”. E a peggiorare le cose, “non c’è alcuna somiglianza fisica all’inizio”, ammette.

Sono state necessarie quattro ore di trucco all’attore per entrare nella pelle della star in modo da “assomigliargli” senza “scomparire completamente sotto”. Per farlo, è necessario utilizzare delle microprotesi, depilare le sopracciglia per imitare la linea circonflessa del cantante scomparso nel 2018. Ma non solo. Per riprodurre il labbro inferiore leggermente sporgente, indossa una stecca durante i tre mesi precedenti le riprese.

L’uomo che arrivò a Parigi un po’ come il grande Charles, senza un soldo o quasi, dovette anche lui svolgere un incredibile lavoro di preparazione vocale.

L’impresa della voce

Perché ciò che colpisce di più nel trailer del film è la voce. “Sono io che canto”, ammette l’attore, con un sorriso mezzo imbarazzato. “Devi sapere che nei biopic musicali usi un imitatore”.

Nonostante tutto, decide di provarci prendendo “sei-otto ore di lezioni di canto a settimana senza sosta per sei mesi”, finché il vocal coach non ritiene che il suo protetto sia pronto a scivolare nella voce del personaggio. Se le note alte sono state leggermente mixate per avvicinarsi il più possibile al cantante di Boemiatutto il resto è quindi interpretato dall’attore dell’ Serpente.

Gran lavoratore, ammette di “rasentare a volte l’ossessione”, il che non è privo di conseguenze per chi lo circonda. La sua compagna Leila Bekhti, che ha incontrato sul set diUn profetasi dice che abbia confessato: “Non ce la faccio più, sento Charles Aznavour urlare ai miei figli a casa, sta diventando imbarazzante”.

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