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La MotoGP conferma il congelamento del motore per il 2026

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La Grand Prix Commission ha votato una serie di misure apportate ai regolamenti tecnici della MotoGP, inclusa la cessazione dello sviluppo del motore tra le stagioni 2025 e 2026. Questa notizia, di cui abbiamo fatto eco il mese scorso, è stata ufficializzata questo lunedì e conferma che i produttori manterranno lo stesso motore per due anni per potersi concentrare sulla preparazione al grande cambiamento previsto per il 2027.

Questo provvedimento, validato dalla Grand Prix Commission che riunisce i rappresentanti di tutti i protagonisti del campionato, modifica un regolamento secondo il quale ogni anno si può far omologare un nuovo motore, che viene sigillato per tutta la stagione. Il sistema di concessioni consente oggi ad alcuni costruttori di introdurre nuove specifiche del motore durante il campionato, una libertà consentita in base ai risultati e che attualmente riguarda Yamaha e Honda, ma nel suo annuncio la federazione precisa che “tutti i produttori devono mantenere le specifiche 2025 durante la stagione successiva”.

A seguito del congelamento ora deciso, il motore che sarà omologato alla vigilia del primo Gran Premio della prossima stagione, il GP di Thailandia che si correrà dal 28 febbraio al 2 marzo 2025, dovrà poi essere conservato fino al fine del campionato nel 2026. Il numero di motori utilizzabili durante la stagione resterà invariato: è otto per ogni pilota dei marchi rientranti nelle categorie A, B e C delle concessioni, e dieci nel caso dei costruttori in concessione. categoria D (Yamaha e Honda oggi).

È la seconda volta in pochi anni che la MotoGP ricorre al congelamento del motore. Ricordiamo che questa misura è stata adottata nel pieno della pandemia di Covid-19 per preservare i budget dei produttori di fronte alla crisi tra le stagioni 2020 e 2021. Questa volta si tratta di limitare le spese dei marchi di fronte agli investimenti necessari in vista del nuovo ciclo regolamentare che si aprirà nel 2027. Questo segnerà il passaggio dai motori 1000cc alla cilindrata ridotta di 850cc, con tra le altre misure una significativa riduzione dell’aerodinamica e dei dispositivi correttori targhetta tipo.

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