“Pedro sta facendo cose incredibili”

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Di passaggio a Cartagena, nell’ambito dei test privati ​​organizzati da Johann Zarco, a dicembre, il Paddock-GP ha avuto la possibilità di incontrare il papà di Pedro Acosta sul suo peschereccio, ormeggiato nel porto della città. Nel corso dei nostri colloqui, di cui sono già state pubblicate le prime due parti, abbiamo potuto trattare i più svariati argomenti, dal mondo della pesca a quello del motociclismo, soffermandoci sul percorso del figlio fino alla MotoGP, dove ora gioca per la Squadra ufficiale KTM.

Nell’ultima parte della nostra intervista il papà di Pedro Acosta vi racconta l’ascesa dello ‘Squalo Mazarron’ in MotoGP e le sue impressioni sulla prima stagione di suo figlio nella categoria regina.

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Non avresti creduto che tuo figlio potesse arrivare in MotoGP?
Quando abbiamo iniziato, era un hobby, come ho detto. Ma ti dico che mi sono divertito molto. Mi sono divertito tantissimo, ne sono orgoglioso. Ci penso spesso, nel corso della mia vita. Se qualcuno 30 anni fa mi avesse detto che mio figlio sarebbe andato in moto e che avrei incontrato il mio idolo, Kevin Schwantz, sul circuito di Austin, in America… Insomma una vita piena di emozioni, vissuta al 100% . Sono molto orgoglioso e molto emozionato. È incredibile. Ma qui sono ancora una persona normale. Vedi, il lavoro è fantastico, ho la mia barca e i miei amici. Sono lo stesso di prima.

Qual è il tuo ricordo più bello del primo anno di Pedro in MotoGP?
Il momento più bello per me stava iniziando. Poi, il suo primo podio. Per me la sua gara più bella è stata il GP delle Americhe. Quando è arrivato secondo. Erano lì, con Marc, a combattere una grande battaglia fino a Marc [Marquez]poveretto, non cade. Ma ehi, sono fiero di tutto quello che ha fatto. Per me oggi la MotoGP non è più quella di 10 o 20 anni fa. Oggi c’è una rivalità molto, molto, forte. Voglio dire, fare quello che ha fatto nel suo primo anno, con tutti i grandi piloti del campionato del mondo, da principiante. È incredibile, è incredibile per me. Tanto di cappello, tanto di cappello a lui. Vedremo cosa succederà negli anni a venire, ma vederlo per una stagione è incredibile.

E il tuo ricordo più bello della sua carriera?
Sì, ce ne sono molti. Non so quale potrei dire, perché i ricordi sono tanti. Non saprei dirti quali ricordi, ce ne sono troppi. Sono successe così tante cose per arrivare ai Mondiali. È stato un viaggio straordinario, un viaggio pieno di gioia, ma anche pieno di brutti momenti. Non tutto era roseo. Ma di solito non parliamo dei momenti brutti. Prima di raggiungere la Red Bull Rookies Cup c’è stato un periodo molto, molto difficile. L’anno 2017, se ricordo bene, è stato davvero complicato. È riuscito a riconquistare il suo posto e successivamente, ma nel 2017, se ricordo bene, la sua squadra si è sciolta da un giorno all’altro. Senza riuscire veramente a capirne il motivo, ed è uno dei ricordi che ha avuto su di me l’impatto più negativo. È stato l’anno peggiore, emotivamente. La seconda opzione era la Red Bull Rookies Cup. Quando è stato accettato abbiamo ritrovato fiducia, perché sapevamo che era un percorso verso il mondiale. Quella era la chiave.

Era questa l’ultima speranza per lui di raggiungere il campionato del mondo?
Sì, perché non avevo più soldi. Alla fine si tratta di 200-250.000 euro all’anno, in una squadra che può vincere. Perché tutti gli altri, che non possono vincere, chiedono 60 o 90mila euro. Ma è solo per esserci. Questa è pura realtà, capisci? Tutto il resto lo sappiamo già. Da lì si è lanciato verso il mondiale. Te lo dico, è un sogno. Un sogno, sia per lui che per chi gli sta intorno.

Hai vissuto il sogno di tuo figlio attraverso le sue imprese?
Non ci avrei mai creduto in vita mia. Se qualcuno mi avesse regalato una palla magica per vedere cosa mi avrebbe portato il futuro, ancora non ci avrei creduto.

Pedro Acosta e Jorge Lorenzo a Misano nella Red Bull Rookies Cup © Archivio Pedro Acosta

Pedro Acosta e Jorge Lorenzo a Misano nella Red Bull Rookies Cup © Archivio Pedro Acosta

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