Parliamo di MotoGP: ecco perché non bisogna esaltarsi per i costruttori giapponesi

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Questa stagione è stata anche quella della scomparsa dei costruttori giapponesi della MotoGP. Né la Honda né la Yamaha erano nella posizione di mettere uno dei loro piloti sul podio, il che è abbastanza terribile considerando la loro situazione l'anno scorso e disastroso se paragonato alla loro grandiosa storia ai massimi livelli. In molti però menzionano i progressi delle due aziende, convinti, ancora una volta, che il ritorno alla ribalta sia imminente. Cos'è veramente? Siamo così vicini a ritrovare Quartararo o Zarco al parco chiuso? Analisi.

Il cattivo paragone

Secondo me, e questa sarà la tesi di questo articolo, i progressi dei giapponesi a livello sportivo sono insignificanti. In termini di dinamiche e mentalità è diverso, ma torneremo su questo.
La progressione è dal mio punto di vista del tutto illusoria, questo è quello che cercherò di mostrarvi.

I giapponesi non si arrendono… ancora. Foto: Honda

Tutto dipende dal repository. Secondo me molte persone commettono l'errore di paragonare il mese di maggio al mese di ottobre e non il mese di ottobre 2023 al mese di ottobre 2024. Sia Honda che Yamaha beneficiano di condizioni più flessibili per lo sviluppo e i test, grazie alla politica di concessione. È normale che nel corso di un anno i progressi siano maggiori rispetto a quelli della Ducati che, fin dall'inizio, deve partire fortissimo. D’altronde troppo pochi tifosi si soffermano sul confronto tra il 2023 e il 2024, il che è edificante.

Non sto parlando del tempo di gara o del tempo sul giro, perché questo argomento viene utilizzato troppo spesso dai media non ha senso. Ci sono troppi parametri estrinseci che possono spiegare il miglioramento della prestazione pura da un anno all’altro (le gomme, soprattutto). La MotoGP è uno sport competitivo, quindi regge solo il confronto con gli altri. Un pilota che termina il Gran Premio del Qatar 2023 in 41 minuti e 20 secondi e in 13a posizione non avanza se termina il Gran Premio del Qatar 2024 in 40 minuti e 35 secondi ma in 16a posizione. Lo stesso vale per il tempo trascorso in qualifica.

Parliamo quindi di classifica, perché è l'unico indicatore inconfutabile che convalida i progressi di tutti. Nel caso di Yamaha e Honda, è chiaro. Cominciamo innanzitutto con l'azienda alata.

Honda in fondo al buco

Produttori giapponesi della MotoGP

Secondo me, la questione del casting si pone in Honda. Trovo difficile vedere il contributo di un Mir. Foto: Michelin Motorsport

Johann Zarco è l'albero che nasconde la foresta, e ancora,
non sembra una grande quercia al momento. Ancora una volta in molti hanno elogiato la sua prestazione finale, come se avesse garantito un ritorno agli affari della Honda. Ma quali sono questi risultati? Tre ingressi nella top 10 in 40 gare. È meglio dei suoi compagni di squadra, okay,
ma non sono sorpreso. Zarco, arrivato alla Honda LCR, si è posizionato abbastanza facilmente come il miglior membro della squadra. L’anno scorso, però, la Honda ha fatto molto meglio. Escludiamo il fattore Marc Marquez, perché è eccezionale nel primo senso della parola, in primo luogo, e in secondo luogo perché la Honda gli ha lasciato fare questa moto.

Vorrei ricordarvi che Alex Rins ha vinto un Gran Premio su questa RC213Ve questo subito dopo essere arrivato secondo nello Sprint di Austin! Comunque non credo che Alex Rins, anche lui alla scoperta della Honda LCR, sia stato migliore di Zarco in questa stagione. Non dimentichiamo che lo stesso Rins, in sole sette gare, domenica ha ottenuto tre piazzamenti nella top 10, impresa che il nostro nazionale Johann non è riuscito a realizzare. Joan Mir, totalmente in occidente nel 2024, finì quinto anche nel Gran Premio dell'India.

Da lì, e tenendo conto dei risultati, come si può parlare di progressione, da un lato; e dall'altro,
come possiamo immaginare un cammino di speranza?
Sì, alla fine è andata meglio che all'inizio, soprattutto per Zarco e Marini. Ma se ingrandiamo un po’, la Honda ha appena vissuto la peggiore stagione della sua storia in MotoGP nulla suggerisce una ripresa l’anno prossimo, tranne lo stato d’animo – di cui parleremo alla fine di questa retrospettiva.

Ma per questo bisognerà aspettare domani, stessa ora, stesso posto per la seconda parte. Fino ad allora, non esitate a dirmi cosa ne pensate nei commenti!

Si ricorda che questo articolo riflette solo il pensiero del suo autore e non dell'intera redazione.

Oscurato. Foto: Honda

Foto di copertina: Michelin Motorsport

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