Mentre lo spagnolo e il campione del mondo in carica si affrontano a Barcellona per il titolo iridato, la squadra italiana si gode la sua egemonia.
Il campionato MotoGP resta indeciso fino alla fine, due piloti, Jorge Martin e Francesco Bagnaia dovranno aspettare l'ultimo round, questo fine settimana a Barcellona, per scoprire quale dei due conquisterà il titolo mondiale. Già lo scorso anno lo spagnolo e l'italiano erano arrivati a Valencia, teatro dell'ultimo Gran Premio della stagione, separati da soli 21 punti a favore di Bagnaia. Questa volta è Martin ad avvicinarsi alla tappa finale in Spagna con 24 punti di vantaggio.
I due piloti hanno dominato la stagione vincendo 13 dei 19 GP disputati finora con un netto vantaggio per «Pecco» Bagnaia: dieci vittorie contro le sole tre di Martin, lo spagnolo si è però dimostrato più costante con dieci secondi posti. Il fatto che i due rivali, che si stimano molto, guidino la stessa moto ha molto a che fare con il loro duello al traguardo. Bagnaia corre per il team ufficiale Ducati e Martin per Pramac, il team satellite della casa italiana con moto identiche.
La Ducati ha un'ampia maggioranza sulla griglia di partenza della MotoGP con otto moto su 22: due per il team ufficiale, due per Pramac, due per Gresini e due per VR46. Gresini e VR46 dispongono di moto con le specifiche dello scorso anno ma ciò non ha impedito al sei volte campione del mondo della categoria Marc Marquez, che corre per Gresini, di vincere tre GP in questa stagione.
I ricavi della F1 messi a frutto dalla Ducati
Il dominio esercitato dalla Casa di Borgo Panigale sulla MotoGP è schiacciante: in Thailandia, a fine ottobre, le sue moto hanno monopolizzato i primi otto posti nella gara sprint disputata sabato, cosa inaudita, e attualmente sono occupati i primi quattro posti in campionato. dai piloti Ducati. L'ingegnere Gigi Da'll Igna ha padroneggiato le sottigliezze dell'aerodinamica meglio di chiunque altro, applicando le ricette dell'effetto suolo della Formula 1 alla moto, consentendo il pieno sfruttamento della potenza del motore V4 da 1000 cc.
La Ducati ha fatto un lungo viaggio nel deserto tra il suo primo titolo mondiale costruttori nel 2007 e quello successivo nel 2020, il primo di cinque consecutivi, compreso quello di quest'anno che il marchio italiano è già entrato in tasca. Dietro, Aprilia, altro marchio italiano, sta riuscendo a ben figurare come dimostra la vittoria di Maverick Vinales a inizio stagione nel Gran Premio degli Stati Uniti. Gli austriaci della KTM possono contare sul talento del giovane prodigio spagnolo Pedro Acosta, 20 anni, al debutto in questa stagione in MotoGP, per salire nel gruppo di testa ma la sua inesperienza gli fa commettere numerosi errori che gli hanno impedito finora di raggiungere un vittoria.
Honda e Yamaha sono obsolete
I marchi giapponesi, che hanno dominato la massima categoria del motociclismo dal 1974 al 2020, sono ormai relegati nel gruppo e non vincono un GP dalla vittoria dello spagnolo Alex Rins su Honda negli Stati Uniti nel 2023. Per cercare di riequilibrare le forze, la MotoGP gli organizzatori hanno un sistema di «concessioni»vantaggi in termini di test e sviluppo tecnico che possono garantire ai produttori che sono in ritardo rispetto agli altri. Honda e Yamaha ne approfittano oggi e il marchio del diapason ne avrà davvero bisogno per lo sviluppo del suo nuovo motore V4 su cui conta molto per portare al top il francese Fabio Quartararo, campione del mondo nel 2021.
Questo livellamento dovuto al dominio delle Ducati fa sì che sia più il talento dei piloti a fare la differenza, tutti utilizzando le stesse gomme Michelin. Bagnaia, che corre per il marchio italiano in MotoGP dal 2019, ha vinto il titolo mondiale nel 2022 e nel 2023 ma ogni volta ha dovuto aspettare fino all'ultima gara per conquistare il titolo. L'anno prossimo, se Martin arriverà in Aprilia, Bagnaia vedrà arrivare al suo fianco all'interno del team ufficiale Ducati niente meno che Marc Marquez… per un nuovo duello al traguardo?