L’attivista panafricanista Kemi Seba sarebbe stato arrestato lunedì in Francia. Informazioni diffuse dalla stampa, ma non ancora confermate da fonte ufficiale.
Kemi Seba sarebbe stato arrestato in Francia questo lunedì mentre si trovava in un ristorante parigino con il suo collega Cyrille Kamdem. Per il momento l’informazione non è stata confermata da alcuna fonte ufficiale. Anche le ragioni di questo arresto restano sconosciute in questo preciso momento. Sappiamo solo che dalla Spagna l’attivista si è recato in Francia dal 10 ottobre, portando con sé il suo passaporto diplomatico nigeriano.
Un’opposizione frontale alla politica francese in Africa
In attesa di avere conferma delle informazioni e dei dettagli sul motivo di questo arresto, va ricordato che Kemi Seba è una delle voci più contrarie alla politica francese in Africa. Questa posizione costante ha portato alla perdita della sua nazionalità francese nel luglio 2024. Le autorità francesi lo hanno accusato di “danneggiare gli interessi” del loro Paese. La serie di decadenze della nazionalità francese è iniziata nel febbraio 2024 quando il Ministero dell’Interno francese ha inviato a Kemi Seba una lettera in cui annunciava l’avvio di una procedura in questa direzione. Lungi dal lamentarsi, la reazione del panafricanista è stata vivace ed energica: “Per noi è una decorazione di guerra e non mi implorerò di mantenere la loro nazionalità”, ha dichiarato. Non senza aggiungere: “Africano e fiero di esserlo fino al mio ultimo respiro”.
L’episodio più notevole di questa telenovela è stato l’incendio del suo passaporto francese da parte di Kemi Seba il 16 marzo 2024, durante una manifestazione da lui organizzata quel giorno in Francia.
Deposto dalla Francia, doppiato dal Niger
A poche settimane dal ritiro della nazionalità francese, Kemi Seba ha ricevuto un tappeto rosso nel Niger di Abdourahamane Tiani. Il generale gli rilascia un passaporto diplomatico con la dicitura “Consigliere speciale” del presidente del CNSP. Con questo documento l’attivista panafricanista potrà continuare a viaggiare per il mondo. “In risposta al procedimento di decadenza della mia nazionalità commesso da Françafrique contro la mia persona (il cui obiettivo non riconosciuto era quello di cercare di limitare i miei movimenti, e quindi di rallentare la portata delle mie azioni anticolonialiste), il capo di Stato di Il Niger, accompagnato dai valorosi membri del CNSP (che, dalla loro presa del potere, ormai un anno fa, guidano una rivoluzione storica nel Sahel), ha deciso di concedermi un passaporto diplomatico”, ha scritto sui suoi social network, un segno di riconoscimento per le autorità nigerine.
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