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“Si può amare un Paese che non è nemmeno un Paese”

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Khan Younes, 1È Settembre 2024. Ahmad Abu Amsha suona la chitarra per i bambini palestinesi sfollati. Era un insegnante di musica in una scuola nel nord della Striscia di Gaza.

Bashar TALAB / AFP

Possiamo amare un paese?
Che non è nemmeno un paese?

Un paese
Sul cui terreno non abbiamo mai messo piede
Un paese con cui abbiamo,
Per qualsiasi collegamento fisico,
Basta un filo d’olio d’oliva
Cosparso di zaatar
Chi accarezza la gola
Che delizia le papille gustative con il suo verde

Un paese
Di cui guardiamo vecchie fotografie,
Con il cuore che batte,
Cercando i volti dei suoi antenati
All’angolo di un vicolo di Gerusalemme

Possiamo amare un paese?
Che così tante persone intorno a te
Rallegrati nel vederlo bruciare
Un Paese sfigurato, inghiottito dalla corrosione di una sola parola:
“Terrorista”

Un paese di bambini radiosi
Trasformati in pupazzi mutilati
In cadaveri polverosi

Un paese il cui nome basta
Costituisce reato
La cui bandiera può portarti alla stazione di polizia
I cui abitanti
Pesare meno di una piuma
Sulla scala delle vite umane

Possiamo amare un paese?
Compresi anche i tuoi amici
Sembra che ignorino la parte dolce

Un paese che insospettisce
Chi ti isola nel tremore della tua paura
Nel dolore che ti sveglia la notte
Nella litania infinita
Una sofferenza troppo vertiginosa
Perché la mente li coglie

Possiamo amare un paese ostinato?
Sarebbe così facile negarlo
Ma chi ti vieta di dimenticarlo
Un Paese che ti chiama, che ti obbliga
Un Paese che te lo chiede
Per proteggere i tuoi tesori
Quando arriverà l’inesorabile ora della distruzione

Ascolta questa poesia e letta da Mona Chollet

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