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Nel Giorno degli insegnanti, apri le tue porte ai pensionati

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*Oggi, sabato 5 ottobre, ricorre la “Giornata Internazionale dell’Insegnante”, e non tratterò qui nulla che riguardi questa grande professione. Basta che sia la professione dei profeti, né il nobile messaggio presentato da insegnanti, che si sono dedicati alla costruzione delle generazioni future, qualunque cosa si parli di loro. Non possiamo negare loro il loro diritto, e qui mi accontento di pregare per loro affinché tutto ciò che hanno offerto e stanno presentando venga conteggiato sulla bilancia. delle loro buone azioni, ma in cambio voglio approfittare di questa importante occasione per presentare una proposta che possa trovare risonanza, accoglienza e interazione, affinché l’interazione con la Giornata degli insegnanti non si limiti a frasi e slogan ripetuti ed esaustivi. Questa volta, vogliamo che questa giornata abbia altre cose qualitativamente diverse e tangibili sul campo. L’idea è la seguente:

* Tutti sanno che non appena un insegnante (va in pensione), il suo rapporto con la sua scuola o con le scuole in cui ha lavorato o si è trasferito termina completamente, anche se tutti i suoi anni di servizio, che possono raggiungere i quattro decenni, sono stati trascorsi in un unico luogo. Ciò non significa che voglia allontanarsi da questo. Una rottura è irragionevole. In effetti, il grande desiderio di visitare, riportare alla mente ricordi e conoscerli è ovviamente sentito da molti di loro, ma in modo temporaneo. D’altra parte, qualsiasi insegnante in pensione ha difficoltà a visitare la sua scuola o le scuole precedenti senza ricevere un invito degno di lui e dei suoi anni di servizio e di donazione, anche se lo fa una volta, subito dopo il pensionamento, non potrà ripetere lo ripeta perché non vuole essere un ospite gravoso per un nuovo manager, o per nuovi colleghi che non ha mai conosciuto prima, e come dice il famoso proverbio popolare “Chi arriva senza determinazione finirà a letto”. Ma come sarà? La situazione sarebbe quella se, proprio nel giorno del Teacher’s Day, ogni anno si invitassero gli insegnanti in pensione a visitare le loro scuole e si stabilisse un orario specifico per accoglierli, a partire dall’assemblea mattutina, la trasmissione della quale, come è noto, è dedicata ad espressioni di felicitazioni, ringraziamenti, ringraziamenti, lodi e ringraziamenti agli insegnanti in genere per tutto ciò che hanno dato alla loro grande professione, e nel corso della quale è anche possibile che venga realizzato un corridoio d’onore per insegnanti in pensione, attraverso i quali passano tra studenti e insegnanti in servizio tra accoglienza e applausi, e poi le visite dei vecchi insegnanti alle scuole diventano rispettate, apprezzate e specifiche, in coincidenza con questo giorno, in cui avviene la pace e l’alleanza si rinnova con quelli dei colleghi rimasti, ed è possibile per loro prendere Il preside o l’agente fa un giro delle aule, delle strutture, ecc. della scuola.

* Vorrei che il Ministero dell’Istruzione studiasse questa idea e la attuasse, anche se in modo semplificato, a partire da questa settimana, o che alcune scuole la adottassero prima di adottarla ufficialmente e sviluppassero piani ampi e formule adeguate per la sua attuazione e attuazione ufficiale. Allora vedremo molti illustri insegnanti tornare oggi con orgoglio, fiducia e allegria per visitare le loro scuole e trovare il tempo. È la stessa accoglienza che meritano, e potete immaginare la riflessione di questa questione se fosse applicata moralmente a loro, e quale sarebbe la portata del gioioso sentimento interiore che li circonderebbe, specialmente quando ricevessero tutto quel calore, tutto quell’apprezzamento e onore, e dove si trovassero nelle loro principali roccaforti (scuole); Credo, e ne sono quasi certo, che gli educatori di generazioni meritano questa semplice iniziativa e, soprattutto, meritano da noi in questo giorno un grande bacio sulla loro testa.

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