Gli abbonati IPTV pirata sono avvisati di dover affrontare “multe automatizzate” * TorrentFreak

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Mentre la posta in gioco finanziaria aumenta e i titolari dei diritti diventano sempre più disperati nel reprimere la pirateria, la natura delle informazioni fornite ai media richiede un controllo come mai prima d’ora.

Quasi tutti i principali annunci sono finalizzati a suscitare una risposta prescritta, come parte di una strategia complessiva volta a modellare l’opinione pubblica raggiungendo al contempo vari obiettivi politici.

In Italia, le affermazioni secondo cui il sistema Piracy Shield eliminerebbe virtualmente la pirateria potrebbero essere solo un ottimismo fuori luogo. Forse le affermazioni di un funzionamento privo di errori possono essere respinte più o meno allo stesso modo, insieme alle assicurazioni che aziende come Cloudflare sarebbero costrette a collegarsi al sistema Piracy Shield, ma legalmente non potrebbero.

Messaggi deterrenti e abbonati pirata

In questo contesto e in quella che sembra essere un’ampia offerta di servizi IPTV pirata ancora operativi nel mercato italiano, i consumatori sono sotto i riflettori. Le persone che si abbonano a servizi IPTV pirata vengono avvertite che ogni utilizzo di contenuti piratati contribuisce a creare una serie di prove che portano direttamente a casa loro e finiscono con multe significative.

Nonostante l’introduzione della nuova legge nell’agosto 2023, con tanto di un nuovo sistema di multe per i consumatori di live streaming piratati, sembra che da allora non siano state effettivamente emesse multe fino a 5.000 euro.

È difficile quantificare quale effetto ciò possa aver avuto sulla deterrenza, ma nel marzo 2024 il pubblico ha ricevuto promemoria che erano in arrivo multe, anche per coloro che scaricavano app da mercati legali gestiti da Google, Apple e Amazon.

L’AGCOM ha affermato che è stato raggiunto un accordo tra l’autorità di regolamentazione, la Guardia di Finanza italiana (Guardia di Finanza) e la Procura di Roma, per facilitare l’identificazione degli utenti. Anche se ciò si è rivelato un po’ prematuro poiché in realtà non è stato firmato nulla, multare i pirati ora sembra essere vicino alla realtà.

Protocollo d’intesa

Il “protocollo di collaborazione” tra Procura, Guardia di Finanza e Agcom, spiana la strada allo scambio di informazioni relative a soggetti sospettati di ottenere dirette streaming di eventi sportivi (per ora, soprattutto calcio) in abbonamento da fonti illegali.

“Si tratta di un passo fondamentale nella lotta alla pirateria”, ha commentato Luigi De Siervo, amministratore delegato della massima serie calcistica italiana, la Serie A, durante una trasmissione su YouTube questa settimana.

“Finalmente, grazie al protocollo siglato dall’AGCOM con la Guardia di Finanza e la Procura di Roma, i dati identificativi degli utilizzatori del pezzotto [illegal streaming devices] saranno messi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria”.

La natura di tali dati, dove e come sono stati ottenuti e come si combinano per dimostrare che un individuo ha consumato uno streaming IPTV illegale (o ha acquistato un abbonamento), è attualmente sconosciuto. Tuttavia, le prospettive di un successo quasi illimitato non vengono svendute; il messaggio lo suggerisce la resistenza è inutile e sono in arrivo multe automatiche.

“Ogni utilizzo illecito di contenuti video lascia un filo d’Arianna digitale indelebile che consentirà alle forze dell’ordine di perseguire penalmente i pirati che verranno automaticamente multati fino a 5.000 euro. Nessuno può pensare di continuare a rubare contenuti illegalmente e farla franca”, ha detto De Siervo.

L’ipotesi che sistemi altamente avanzati e nuove tecniche vengano utilizzati per tracciare gli abbonati IPTV è certamente interessante, ma metodi più banali possono essere altrettanto efficaci.

Tutto è possibile, ma anche i frutti a portata di mano funzionano

Anche se vincolati da finanziamenti limitati, burocrazia e migliaia di altri tipi di crimini su cui indagare, rintracciare un numero sufficiente di abbonati IPTV pirata per dimostrare un giro di vite sarebbe semplice per le forze dell’ordine. In parole povere, esiste un sottoinsieme di abbonati IPTV pirata che sono completamente ignari o sprezzanti dei rischi.

Un database di abbonati IPTV visionato da TorrentFreak qualche anno fa, ottenuto dalle autorità nell’ambito di un’indagine aziendale, ha rivelato un numero sorprendente di abbonati che hanno aperto conti utilizzando il loro vero nome, indirizzo di casa e numero di telefono. Alcuni di coloro che utilizzavano nomi apparentemente fittizi, saldavano le fatture con conti PayPal registrati a proprio nome presso il proprio indirizzo di casa.

Partendo dal presupposto che le risorse delle forze dell’ordine sono limitate e che tutti gli abbonati hanno lo stesso valore di base, perseguire penalmente coloro che semplificano il compito ha perfettamente senso. Dato il numero di servizi chiusi in Italia negli ultimi anni, esempi come quello sopra dovrebbero essere abbondanti. Anche se le autorità volessero perseguire i reati commessi lo scorso anno, ciò sarebbe molto semplice.

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Dopo aver preso di mira un rivenditore con scarsa sicurezza, la polizia spesso ottiene l’accesso al pannello del rivenditore e, per estensione, a un elenco di abbonati.

In teoria, qualsiasi cliente è un potenziale obiettivo, ma è possibile eliminare facilmente eventuali acquisti una tantum o accidentali concentrandosi sui clienti abituali che si abbonano mese dopo mese. A seconda del livello di prova richiesto per l’azione penale, qualcosa che dimostri le intenzioni di un abbonato potrebbe rivelarsi utile come prova aggiuntiva.

Le probabilità che almeno alcuni abbonati forniscano il loro vero nome sono piuttosto alte, quindi trovare gli account sui social media corrispondenti dovrebbe essere davvero molto semplice. Nel caso in cui gli abbonati utilizzino tali account per chattare sulla pirateria IPTV o addirittura acquistare abbonamenti come membri del gruppo di un servizio IPTV, è improbabile che le indagini in stile Minority Report si rivelino necessarie.

Detto questo, non vi è alcuna indicazione sulla portata dei procedimenti giudiziari che le autorità hanno in mente, quindi non si possono ancora escludere azioni più significative. Anche in questo caso, le autorità non possono perseguire tutti, ma per ottenere l’effetto deterrente desiderato, in realtà non ne hanno bisogno.

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