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I BRICS cambiano tono sul dollaro: hanno paura di Donald Trump?

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Luc Jose A.

Le dinamiche economiche internazionali suscitano sempre vivo interesse, soprattutto quando coalizioni come i BRICS sono viste come una minaccia all’egemonia del dollaro USA. Tuttavia, le recenti dichiarazioni di Russia, India e Sud Africa hanno chiarito la loro posizione. Questi paesi infatti affermano che nessun piano mira ad indebolire la valuta americana. Respingono fermamente le accuse di “dedollarizzazione” e sottolineano il desiderio di mantenere relazioni stabili con gli Stati Uniti.

Una difesa concertata per preservare la diplomazia monetaria

I dibattiti sulla possibile “dedollarizzazione” guidata dall’alleanza BRICS stanno attirando sempre più attenzione, ma i recenti sviluppi hanno fornito importanti chiarimenti. Così, durante un’intervista concessa il 16 dicembre 2024 all’agenzia di stampa russa, Sergey Ryabkov, un importante diplomatico russo, ha formalmente negato qualsiasi progetto volto a indebolire la posizione del dollaro come valuta di riserva globale. Ha affermato con fermezza: “Siamo pronti a spiegare a Trump, o a chiunque altro, che non stiamo cercando di invadere il dollaro. Stiamo semplicemente traendo conclusioni dalle politiche irresponsabili perseguite da Washington”.

Queste osservazioni sono in linea con quelle del ministro degli Esteri indiano S. Jaishankar, che ha riaffermato l'impegno dell'India nelle relazioni economiche con gli Stati Uniti, descritti come un importante partner commerciale. Ha inoltre sottolineato che attualmente non esiste alcuna iniziativa che miri a introdurre una moneta comune per i BRICS. L'obiettivo delle discussioni finanziarie all'interno del gruppo è limitato alla facilitazione delle transazioni tra i suoi membri attraverso l'uso delle rispettive valute nazionali.

Da parte sua, il Sudafrica desiderava correggere le interpretazioni errate delle intenzioni del gruppo. I funzionari sudafricani hanno chiarito che le discussioni su una possibile valuta BRICS non mirano a sostituire il dollaro, ma piuttosto a semplificare il commercio intraregionale. Questa armonizzazione delle posizioni tra i tre paesi riflette il desiderio condiviso di disinnescare le tensioni con Washington e affermare la propria autonomia economica in un quadro multilaterale.

L'ultimatum di Trump e le prospettive internazionali

Donald Trump ha reagito con insolito vigore ai dibattiti sui progetti economici dei BRICS. Il presidente eletto degli Stati Uniti ha minacciato di imporre dazi del 100% sulle esportazioni dei paesi membri se si concretizzasse l’idea di una moneta comune destinata a competere con il dollaro. Ha affermato senza mezzi termini: “il dollaro rimane senza rivali, e qualsiasi paese che cerchi di sostituirlo può rinunciare al commercio con l’America”. Questa dichiarazione, dai toni protezionistici, riflette la crescente preoccupazione di Washington circa l’emergere di soluzioni che possano ridurre l’influenza del dollaro sull’economia mondiale.

Tuttavia, per i membri dei BRICS, le questioni sono tutt’altro che semplici. Anche se la creazione di una moneta comune è ormai esclusa, le discussioni si concentrano su un maggiore utilizzo delle valute nazionali nel commercio interno. Questa scelta riflette un crescente desiderio dei paesi interessati di aumentare la propria autonomia economica a fronte della dipendenza dal dollaro. Tuttavia, questo cambiamento graduale potrebbe creare sfide considerevoli, in particolare dal punto di vista logistico e finanziario. Lo sviluppo di infrastrutture adatte alle transazioni in valuta locale e il coordinamento delle politiche monetarie dei membri richiederanno sforzi significativi.

Queste iniziative, anche se per ora modeste, rischiano di ridefinire le relazioni commerciali all’interno dei BRICS. Potrebbero anche esercitare un’influenza duratura sull’ordine monetario globale e incoraggiare altri blocchi economici a prendere in considerazione approcci simili. In un tale contesto, il posizionamento strategico dei BRICS dovrà conciliare le loro ambizioni di autonomia con i vincoli imposti da un sistema ancora largamente dominato dal dollaro americano. Le prossime fasi di queste discussioni saranno cruciali per delineare i contorni di questo nuovo equilibrio economico globale.

In definitiva, questi eventi illustrano come le tensioni monetarie globali continuino a modellare le relazioni geopolitiche. Mentre i BRICS cercano di bilanciare le proprie ambizioni economiche con le pressioni esterne, resta da vedere se questa strategia di pacificazione sarà sufficiente a disinnescare i timori degli Stati Uniti. Il dibattito sul futuro del sistema monetario globale è solo all’inizio, con implicazioni che potrebbero ridefinire le regole del commercio internazionale negli anni a venire.

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Luc Jose A.

Laureato a Sciences Po Toulouse e titolare di una certificazione di consulente blockchain rilasciata da Alyra, ho aderito all'avventura Cointribune nel 2019. Convinto del potenziale della blockchain di trasformare molti settori dell'economia, mi sono preso l'impegno di sensibilizzare e informare il generale pubblico su questo ecosistema in continua evoluzione. Il mio obiettivo è consentire a tutti di comprendere meglio la blockchain e cogliere le opportunità che offre. Mi sforzo ogni giorno di fornire un'analisi obiettiva degli eventi attuali, di decifrare le tendenze del mercato, di trasmettere le ultime innovazioni tecnologiche e di mettere in prospettiva le questioni economiche e sociali di questa rivoluzione in corso.

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