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il Congresso della Nuova Caledonia vota a favore di un giorno di attesa immediato durante il congedo per malattia

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Una svolta drammatica questo lunedì al Congresso della Nuova Caledonia. Mentre gli eletti stavano valutando l'istituzione di un giorno di attesa per i dipendenti pubblici territoriali a partire dal terzo congedo per malattia goduto, dopo un sub-emendamento presentato dai gruppi Rassemblement, Lealisti e Caledonia insieme, questo giorno di attesa verrà applicato a partire dal primo stop.

Era una delle richieste di riforma dello Stato in vista di finanziamento di 27 miliardi di franchi CFP, quello della modifica delle norme sui congedi per malattia nel pubblico impiego. Se fino ad ora questo giorno di attesa non esisteva, ora verrà introdotto dal primo stop.

In altre parole, per i dipendenti pubblici non verrà più pagato il primo giorno di ogni assenza per malattia. Una misura presentata per combattere l'assenteismo e risparmiare.

Inizialmente questo testo prevedeva che tale giorno di attesa venisse applicato solo a partire dal terzo congedo per malattia dell'agente. Ma prima della sessione, l'intergruppo Rally e Lealisti ha presentato un emendamento affinché questo giorno di attesa si applichi a partire dal secondo congedo per malattia. L’obiettivo è risparmiare ancora di più.
E infine, dopo lunghe discussioni, l'intergruppo, al quale ha aderito Caledonia, ha proposto un altro sub-emendamento, affinché questo giorno di attesa si applichi a partire dal primo congedo per malattia. Questo voto di un giorno di attesa dalla prima sentenza allinea quindi il regime pubblico territoriale con quello della funzione statale.

Se il testo è stato votato dai tre gruppi, l'UC-FLNKS ha votato contro, lo United si è astenuto. Dopo la sospensione della sessione, il testo completo, compreso il nuovo subemendamento, è stato infine votato all'unanimità. Per alcuni, questa misura dovrebbe consentire di risparmiare più di 500 milioni di franchi, per tutti i comuni, su tutto il territorio.

Resta ora da vedere come reagiranno i sindacati del servizio pubblico dopo questo nuovo, inaspettato giro di vite.

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