L’assassinio del capo della UnitedHealthcare scatena un’ondata di disinformazione online. Si diffondono fake news, teorie complottiste e minacce, i social network vengono presi di mira. La sicurezza degli imprenditori in questione…
L’assassinio di Brian Thompson, CEO della compagnia di assicurazioni sanitarie UnitedHealthcare, ha scatenato un’ondata di disinformazione senza precedenti sui social media. Tra notizie false, teorie del complotto selvagge e appelli alla violenza contro altri leader, cresce la preoccupazione sulla capacità delle piattaforme di moderare efficacemente questi contenuti tossici.
Un omicidio che infiamma i social network
A poche ore dalla tragica morte di Brian Thompson, ucciso a colpi di arma da fuoco in strada a New York il 4 dicembre, le pubblicazioni hanno cominciato a fiorire sui social network. Mentre molti hanno espresso il loro shock e la loro tristezza, altri si sono subito rivolti a criticare l’assicurazione sanitaria privata, o addirittura a sostenere questo atto criminale.
Ma il fenomeno ha assunto un’altra dimensione quando gli utenti di Internet hanno iniziato a diffondere in modo massiccio false informazioni e teorie del complotto attorno a questo omicidio. Lo ha individuato la società Cyabra, specializzata nella rilevazione di disinformazione centinaia di conti sui social network amplificando questo contenuto problematico.
La moglie della vittima accusata senza prove
Tra le false accuse più virali troviamo quella che coinvolge la moglie di Brian Thompson in questo omicidio, a causa di presunte tensioni nella loro relazione. Una voce diffusa senza alcun fondamento, ma che si è diffusa a macchia d'olio.
Influencer con milioni di follower hanno condiviso queste teorie, generando centinaia di milioni di visualizzazioni.
Ciabra
Nancy Pelosi ha individuato sulla base del video troncato
Anche l'ex presidente democratica della Camera dei rappresentanti Nancy Pelosi è stata accusata senza prove di essere dietro questo assassinio. All'origine di questa teoria: a vecchio video troncato suggerendo che Brian Thompson abbia ammesso di aver lavorato con lei. In realtà si trattava di un omonimo che parlava in un contesto completamente diverso, come dimostrato dall’organizzazione di fact-checking NewsGuard.
Appelli ad una violenza difficile da contenere
Ancora più preoccupante, molti messaggi iniziarono a minacciare direttamente altri dirigenti di assicurazioni sanitarie, non esitando a chiedere che si ripetesse l’omicidio di Brian Thompson. Hashtag come #AssassinateAnotherInsuranceCEO (Assassinate Another Insurance CEO) sono fioriti, prendendo di mira specificamente Jim Rechtin di Humana o Andrew Witty di UnitedHealth Group.
I limiti della moderazione sui social network
Per molti esperti, questa ondata di disinformazione evidenzia i difetti nei sistemi di moderazione delle principali piattaforme, in particolare dopo la riduzione del personale nei team di controllo dei contenuti. Twitter, ora X, è stato particolarmente preso di mira da quando è stato rilevato da Elon Musk.
Il pericolo è chiaro: l’odio incontrollato e la disinformazione online possono portare alla violenza nel mondo reale.
Dan Brahmy, regista di Cyabra
Anche se i social network devono affrontare molte sfide nel ripulire le proprie piattaforme, gli esperti chiedono una vigilanza costante. Le aziende, i governi e gli utenti devono rimanere attenti all’influenza di questi attori dannosi che approfittano delle tensioni nella nostra società per diffondere le loro idee tossiche.
Verso il rafforzamento della sicurezza dei manager?
Questo assassinio, e soprattutto le reazioni che ha provocato online, seminano paura tra le grandi aziende americane. Secondo fonti vicine ad alcuni consigli di amministrazione, la questione della sicurezza dei dirigenti è venuta in primo piano, con la volontà diintensificare le misure di protezione.
Guardie del corpo, auto blindate, case sicure… Le compagnie di assicurazione sanitaria, ma anche altri settori regolarmente presi di mira dalla vendetta popolare, sarebbero pronti a prendere i mezzi per evitare una nuova tragedia. Resta da vedere se ciò sarà sufficiente di fronte al persistere dell’odio e della disinformazione su Internet, che può spingere alcuni individui alla violenza più estrema.
Nel frattempo continua la caccia al sospettato dell'omicidio di Brian Thompson. Ma parallelamente si gioca anche un’altra battaglia: quella per verità e contro i danni della manipolazione dell’informazione. Una lotta vitale per la coesione delle nostre società, e che richiederà la mobilitazione di tutti per evitare di cadere nel caos.
Related News :