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Papa Francesco condanna ancora una volta la “crudeltà” dei bombardamenti israeliani

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Papa Francesco insiste e firma. Questa domenica, il sovrano pontefice ha condannato ancora una volta “la crudeltà” degli attacchi israeliani contro Gaza, dopo averlo già fatto sabato, nonostante le proteste della diplomazia israeliana. “È con dolore che penso a Gaza, a tanta crudeltà, ai bambini colpiti dai mitragliatori, ai bombardamenti su scuole e ospedali. Quanta crudeltà», ha detto al termine della preghiera dell'Angelus domenicale.

Sabato mattina papa Francesco era già commosso per la morte di sette bambini della stessa famiglia a Gaza, annunciata il giorno prima dalla Protezione civile del territorio palestinese. “Ieri (venerdì), i bambini sono stati bombardati. Questa è crudeltà, questa non è guerra. Voglio dirlo perché mi tocca il cuore», ha detto davanti ai membri del governo della Santa Sede, provocando la reazione irritata di Israele.

La fine di una forma di neutralità

“Le osservazioni del Papa sono particolarmente deludenti perché sono scollegate dal contesto reale e fattuale della lotta di Israele contro il terrorismo jihadista”, ha reagito sabato sera in un comunicato il ministero degli Esteri israeliano. “Le critiche dovrebbero essere rivolte solo ai terroristi, non alla democrazia che si difende da loro. Dobbiamo porre fine ai doppi standard e all’inserimento nella lista nera dello Stato ebraico e del suo popolo”, ha aggiunto.

Le dichiarazioni del papa argentino sembrano indicare un cambio di tono e l'abbandono di una certa neutralità politica, mentre aumentano le critiche contro Israele. A fine novembre aveva denunciato “l’arroganza dell’invasore” in Ucraina ma anche in “Palestina”, una settimana dopo la pubblicazione di un libro in cui Francesco invita a “studiare attentamente” se la situazione di Gaza “corrisponde a quella la definizione tecnica” di genocidio, accusa fermamente respinta da Israele. E già a fine settembre il gesuita argentino aveva criticato un uso “immorale” della forza in Libano e Gaza, sembrando invitare Israele alla moderazione.

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