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la polizia annuncia la messa in custodia cautelare del sospettato

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La sera di sabato 21 dicembre Taleb A. è stato posto in custodia cautelare per “omicidio”, “tentato omicidio” e “aggressione grave”.

Il sospettato dell'attacco con l'auto al mercato di Magdeburgo, in Germania, è stato posto in custodia cautelare sabato 21 dicembre sera, come annunciato dalla polizia locale.

“La sera del 21 dicembre 2024, il giudice competente ha ordinato la custodia cautelare. L'imputato è stato poi portato in un penitenziario”, ha scritto la polizia su X.

La polizia precisa che il sospettato, Taleb A., un medico saudita di 50 anni che vive in Germania dal 2006, è stato imprigionato “con cinque capi d'imputazione di omicidio, diversi tentati omicidi e diversi capi d'imputazione di gravi lesioni personali”.

Almeno cinque persone sono morte e 200 sono rimaste ferite. Le vittime hanno 9, 45, 52, 67 e 75 anni, ha detto la polizia.

Discorso radicale e “islamofobo”.

Le autorità tedesche hanno cominciato sabato a far luce sulle motivazioni, ancora poco chiare.

Il crimine “potrebbe avere come sfondo l'insoddisfazione per il modo in cui i rifugiati provenienti dall'Arabia Saudita vengono trattati in Germania”, ha detto ai giornalisti il ​​procuratore locale Horst Walter Nopens.

Allo stesso tempo, il ministro degli Interni, Nancy Faeser, ha descritto il sospettato, un medico saudita di 50 anni rifugiatosi in Germania dal 2006 e arrestato venerdì sera sul luogo della tragedia con la sua auto. come “islamofobo”, viste le sue posizioni pubbliche.

Taleb A., che lavora come psichiatra nella regione, si è presentato in un'intervista all'AFP nel 2022 come “ateo”, cosa che lo ha portato a fuggire dal suo Paese dove affermava di essere stato “minacciato di morte per apostasia dell'Islam”.

Negli ultimi anni sui social network si era evoluto verso un discorso radicale, misto a cospirazione, non nascondendo le sue simpatie per le tesi dell'estrema destra contro l'immigrazione musulmana.

In sostanza, ha criticato le autorità tedesche per non aver protetto sufficientemente i sauditi in fuga dal loro Paese per motivi religiosi o politici e per essere, al contrario, generose nei confronti dei rifugiati musulmani dal Medio Oriente.

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