L'Iran sta attualmente attraversando una grave crisi energetica, costringendo le istituzioni governative della Repubblica Islamica a operare in modalità limitata. Le scuole e le università sono passate alla didattica a distanza, mentre molte infrastrutture pubbliche sono colpite da interruzioni di corrente.
Secondo il New York Times, molte fabbriche iraniane sono state scollegate dalla rete elettrica, incidendo notevolmente sulla capacità produttiva di diversi settori industriali. Anche i centri commerciali e i centri commerciali in tutto il Paese stanno subendo interruzioni di corrente e l’illuminazione pubblica è stata interrotta su diverse strade principali.
Questa crisi colpisce paradossalmente un paese con importanti riserve di gas naturale. Il quotidiano americano attribuisce questa situazione a tre fattori principali: il persistere delle sanzioni occidentali, la cattiva gestione del settore energetico e gli attacchi israeliani mirati. Sottolinea in particolare l'impatto dell'attacco israeliano avvenuto lo scorso febbraio contro due gasdotti, nel quadro di operazioni clandestine tra i due paesi.
Di fronte a questa situazione critica, le autorità di Teheran hanno dovuto attingere segretamente alle loro riserve energetiche di emergenza per evitare interruzioni nell’approvvigionamento di decine di milioni di cittadini. La gravità della situazione è ormai tale che la crisi non può più essere nascosta.
Il quotidiano di New York precisa che questa crisi si inserisce nel contesto più ampio delle operazioni segrete condotte tra Iran e Israele, e gli attacchi alle infrastrutture energetiche rappresentano un nuovo fronte in questo conflitto latente.
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