Nel Maghreb, il Marocco prevede un aumento significativo della propria capacità di stoccaggio di prodotti petroliferi. Il regno di Shereef punta ad ulteriori 1,8 milioni di metri cubi entro il 2030.
Questa espansione equivale a 41 giorni di consumo nazionale, ha annunciato Leila Benali, ministro della Transizione energetica e dello sviluppo sostenibile, durante una sessione alla Camera dei Consiglieri.
Questo progetto, stimato in 5 miliardi di dirham (312 miliardi franco CFA)rientra negli sforzi del Regno volti a rafforzare il proprio approvvigionamento energetico.
Creerà più di 3.600 posti di lavoro diretti e migliaia di posti di lavoro indiretti, consolidando così i benefici economici locali.
Oltre al petrolio, il Paese del Maghreb investe nelle energie rinnovabili
Oltre al petrolio, il Marocco persegue le sue ambizioni nel campo delle energie rinnovabili. La capacità di produzione di elettricità da queste fonti ha raggiunto i 5.300 megawatt nell’agosto 2024, segnando un aumento del 7,3% dall’inizio del mandato governativo. Significativamente, l’energia eolica ha superato l’energia idroelettrica in termini di produzione.
I progetti di energia rinnovabile hanno soddisfatto il 20% della domanda nazionale di elettricità, ha affermato il ministro.
Il Ministero ha concesso licenze record per 2 GW a operatori privati e ha introdotto riforme per ridurre i costi di produzione.
Oggi il costo delle energie rinnovabili, batterie comprese, non supera i 40 centesimi al kilowattora (kWh), un risultato reso possibile grazie a investimenti competitivi.
Dal 2023, il tasso annuo di investimenti nelle energie rinnovabili è quintuplicato, da 3,5 miliardi a 15 miliardi di dirham.
Gli investimenti previsti per i prossimi anni raggiungono i 30 miliardi di dirham, a cui si aggiunge un progetto faro: la costruzione di una linea di interconnessione da 3 GW tra il sud e il centro del Marocco.
Con queste iniziative, il Marocco riafferma il suo ruolo di leader regionale nell’energia pulita e nella gestione strategica delle risorse petrolifere.
Questi sforzi fanno parte di una visione globale della transizione energetica, rafforzando l’indipendenza del Regno e stimolandone l’economia.
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