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Gaza: il grido d'allarme delle famiglie degli ostaggi israeliani – “Non sopravvivranno all'inverno”

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In un comunicato fuori dal Begin Gate, le famiglie degli ostaggi tenuti a Gaza per 442 giorni hanno lanciato un appello urgente e disperato per il loro rilascio. Le loro testimonianze rivelano una profonda frustrazione per ciò che percepiscono come una manovra politica a scapito della vita dei loro cari.

“Questo è il 442esimo giorno in cui i nostri cari sono tenuti all’inferno a Gaza a causa di Netanyahu”, ha detto Yifat Kalderon, cugino di Ofer Kalderon. Lei denuncia le comunicazioni contraddittorie del governo: “Un momento ci dicono che un accordo è imminente, il momento dopo che non c'è alcuna svolta, dando la colpa ad Hamas”.

Einav Tzangaukar, madre di Matan, ha protestato in particolare contro le recenti dichiarazioni del Primo Ministro ai media stranieri: “Abbiamo sentito ieri sera che il Primo Ministro ha dichiarato che non porrà fine alla guerra 'finché non avrà eliminato Hamas'. Si tratta di un nuovo tentativo di sabotaggio!” E aggiunge emozionata: “Netanyahu vuole seppellire la mia Matan nei tunnel!”

Le famiglie sono particolarmente allarmate dall’arrivo dell’inverno. Come spiega Yotam Cohen, fratello di Nimrod: “Mentre siamo tutti in case calde e asciutte con stufe e coperte, gli ostaggi stanno congelando in tunnel umidi e bui. Sono tutti in una situazione umanitaria critica!”. Danny Elgart, fratello di Itzhak, ha denunciato quella che ha definito una “campagna di disinformazione” condotta dall'ufficio di Netanyahu contro le famiglie e contro un possibile accordo. “Netanyahu, guarda le famiglie negli occhi! Ci hai umiliati, calpestati, trasformati in nemici!”

Le famiglie si oppongono fermamente alle posizioni di Ben Gvir e Smotrich, che sostengono la continuazione della guerra e la creazione di insediamenti a Gaza, descrivendo queste dichiarazioni come “un pugnale nel cuore delle famiglie”.

Il loro messaggio al governo è chiaro: la fine della guerra non è un ostacolo ma un obiettivo necessario per il ritorno di tutti gli ostaggi. Lanciano anche un appello diretto al presidente Trump: “Utilizzi tutto il suo potere per ottenere un accordo globale! Dica a Netanyahu che non possiamo aspettare fino al 20 gennaio!”

Le famiglie concludono ricordando che “la maggioranza dell'opinione pubblica vuole porre fine alla guerra e riportare indietro tutti gli ostaggi adesso”, sottolineando che non ci potrà essere “né vittoria, né ricostruzione, né ripresa finché non saranno restituiti tutti”.

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