Al momento del ritrovamento, a più di 1.000 chilometri dal punto di partenza, l’uomo di 46 anni pesava solo 50 chili, ovvero la metà del suo peso iniziale. Suo fratello e suo nipote sono morti.
Un miracolo. Mikhail Pichugin, un russo di 46 anni, è stato trovato questa settimana dopo essere sopravvissuto per più di due mesi e 67 giorni su un gommone alla deriva nel mare di Okhotsk, situato nella Russia orientale.
Secondo diversi media, tra cui l’agenzia di stampa americana Associated Press, che ha riferito questa storia, la barca dell’uomo, che era salpato con il fratello di 49 anni e il nipote di 15 anni, ha subito danni al motore.
Lo scorso 9 agosto, tutti e tre si sono recati alle Isole Shantar, al largo della costa nordoccidentale del Mare di Okhotsk, nel nord del Giappone, prima di crollare.
Fin dalle prime ore della loro scomparsa è stata messa in atto un’operazione di salvataggio, senza successo.
Trovato 1.000 chilometri più in là
Con il passare dei giorni la situazione sulla barca peggiorò notevolmente. Secondo gli stessi media, suo nipote è morto di ipotermia e di fame a settembre, prima che suo fratello subisse la stessa sorte pochi giorni dopo.
Al momento dell’incidente i tre avevano a bordo solo una piccola razione di cibo: circa 20 litri di acqua potabile e una scorta limitata di pasta e piselli. Con il passare dei giorni, il sopravvissuto, che aveva perso la metà del suo peso corporeo e pesava solo 50 chili al momento del ritrovamento, ha bevuto acqua piovana e ha cercato di pescare.
È stato l’equipaggio di un peschereccio ad avvistare finalmente Pichugin a 11 miglia nautiche dalla penisola della Kamchatka, a circa 1.000 km dal punto di partenza. Quest’ultimo aveva legato i corpi di suo nipote e di suo fratello alla sua barca affinché non venissero portati via dalle onde.
Il quarantenne è stato subito portato al pronto soccorso della città di Magadan. Si dice che soffra di disidratazione e ipotermia, ma rimane in condizioni stabili.
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