Corea del Sud –
Richiesta di prolungare la detenzione di Yoon respinta
Sabato la giustizia sudcoreana ha respinto una seconda richiesta di prolungare la detenzione del presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol.
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Sabato un tribunale di Seul ha respinto una seconda richiesta di prolungare la detenzione del presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol, sottoposto a procedura di impeachment per il suo tentativo di istituire la legge marziale.
La decisione aumenta la pressione sui pubblici ministeri affinché lo incriminino senza indugio per tenerlo in custodia.
Yoon Suk Yeol, sospeso dai deputati ma ancora ufficialmente presidente, è oggetto di un’indagine penale per ribellione – un crimine punibile con la morte. È stato arrestato la settimana scorsa in un raid all’alba, il primo per un capo di stato in carica.
Nessun “motivo sufficiente”
Il suo decreto di legge marziale è durato solo sei ore il 3 dicembre, prima di essere respinto dai deputati, che erano riusciti a riunirsi d’urgenza in Parlamento. Ma ha gettato la Corea del Sud nella peggiore crisi politica degli ultimi decenni.
Sabato la Corte distrettuale centrale di Seul ha respinto una seconda richiesta degli investigatori di prolungare la sua detenzione, hanno detto i pubblici ministeri in una breve dichiarazione.
Un giudice della stessa corte ha stabilito venerdì che non c’erano “motivi sufficienti” per accogliere una prima richiesta di estendere la detenzione di Yoon Suk Yeol fino al 6 febbraio. I pubblici ministeri hanno presentato una seconda richiesta poche ore dopo.
“I pubblici ministeri devono accusare rapidamente Yoon”
“Con il rifiuto della proroga da parte del tribunale, i pubblici ministeri devono incriminare rapidamente Yoon per tenerlo in prigione”, ha detto all’AFP Yoo Jung-hoon, avvocato e commentatore politico.
Yoon Suk Yeol si trova in un centro di detenzione a Seoul. Si è rifiutato di collaborare all’indagine penale sulla sua dichiarazione di legge marziale, poiché i suoi avvocati sostengono che gli investigatori non hanno autorità legale.
Il presidente sospeso è anche oggetto di un procedimento di impeachment davanti alla Corte Costituzionale, su voto dei deputati. Se quest’ultimo lo rimuove ufficialmente dall’incarico, entro 60 giorni deve essere organizzata un’elezione.
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