lIl cessate il fuoco è finalmente entrato in vigore a Gaza il 19 gennaio e i rilasciamenti troppo lenti degli ostaggi israeliani catturati durante i massacri del 7 ottobre 2023 non devono distogliere l’attenzione dalla grande operazione militare condotta dal giorno successivo da Israele nel Città palestinese di Jénine, nella Cisgiordania occupata. Questo storico bastione dei gruppi armati era però appena stato teatro dell’intervento delle forze di sicurezza dell’Autorità Palestinese, a costo di scontri fratricidi. Se Mahmoud Abbas ha voluto dare garanzie di buona volontà alle autorità israeliane, ha ottenuto solo risultati positivi, apparendo più che mai come un complemento.
Leggi anche | Articolo riservato ai nostri abbonati L’esercito israeliano sta conducendo una nuova incursione mortale a Jénine
Leggi più tardi
Senza dubbio il primo ministro israeliano, Benyamin Netanyahu, ha voluto risparmiare la fazione di estrema destra ancora presente nella sua coalizione e il cui leader, Bezalel Smotrich, ha promesso a Jénine la stessa sorte di Jabaliya, la città del nord della Striscia di Gaza in parte ridotta al suolo. stato di rovina a causa dei bombardamenti israeliani. Ma il messaggio inviato dall’operazione israeliana a Jenine vale anche e soprattutto per le intenzioni a lungo termine del governo israeliano.
Intervenendo massicciamente in un’area teoricamente sotto il controllo palestinese, anche se si illude, quest’ultimo dimostra infatti di essere determinato a impedire con tutti i mezzi che l’autorità palestinese possa svolgere anche il minimo ruolo in futuro. Ciò vale in Cisgiordania come a Gaza, nel caso, ancora ben lungi dall’essere acquisito, che il sostenibile ritorno della calma nella stretta fascia di terra arata dalla guerra possa consentire il ripristino di un ordine pubblico essenziale affinché inizi la sito titanico di una ricostruzione criptata in decine di miliardi di dollari.
Impunemente, Israele continua a privare regolarmente l’Autorità palestinese contesa da tutti i lati delle entrate fiscali che le spettano e che raccoglie al suo posto, per mantenerla in un’estrema precarietà.
Rappresaglie contro i coloni israeliani
Infuriata per il conflitto israelo-palestinese da quando si è concentrato su Gaza, la Cisgiordania ha identificato più di 700 persone uccise in seguito alle operazioni israeliane a partire dai massacri del 7 ottobre 2023, i gruppi armati palestinesi responsabili della morte di una trentina di israeliani nei territori occupati territorio nello stesso periodo. E le operazioni di rappresaglia dei coloni estremisti israeliani contro le località palestinesi meno protette sono sempre più violente, senza che le autorità israeliane intervengano.
Leggi anche | Articolo riservato ai nostri abbonati Le notti di terrore degli abitanti di Al-Funduq in Cisgiordania, aggrediti e vessati dai coloni israeliani
Leggi più tardi
Questa situazione dimostra quanto sia irresponsabile la decisione di Donald Trump, al suo ritorno alla Casa Bianca, di revocare le sanzioni simboliche contro quattro coloni estremisti imposte appena un anno fa dal suo predecessore, Joe Biden, che aveva poi denunciato una “Livello di violenza intollerabile”.
Tale decisione è in linea con la nomina ad ambasciatore degli Stati Uniti in Israele di un repubblicano, Mike Huckabee, che in passato ha negato, in nome di un fondamentalismo cristiano, l’esistenza del popolo palestinese e le sue rivendicazioni legittima autodeterminazione. Questo cieco appoggio alla colonizzazione della Cisgiordania è tuttavia la garanzia della perpetuazione del conflitto.
Leggi anche | Articolo riservato ai nostri abbonati In Cisgiordania, le manovre di Mahmoud Abbas per amare Donald Trump
Leggi più tardi
Related News :