Mentre la California è colpita da diversi anni da siccità, ondate di caldo e ripetuti incendi, Los Angeles è condannata a diventare sempre meno abitabile a causa dei cambiamenti climatici? Dovremmo smettere di costruire lì?
L’incubo continua per i californiani. Un nuovo incendio è scoppiato mercoledì a nord di Los Angeles e si è diffuso a grande velocità. In poche ore le fiamme hanno devastato più di 3.800 ettari nei dintorni del lago Castaic, una cinquantina di chilometri a nord della megalopoli americana.
>> Maggiori dettagli nel nostro articolo: Un nuovo devastante incendio provoca migliaia di evacuazioni vicino a Los Angeles
Più di 4.000 vigili del fuoco, assistiti da aerei e bulldozer, hanno combattuto contro l’incendio, soprattutto durante la notte. Giovedì i vigili del fuoco sembravano avere il sopravvento sulle fiamme, nonostante i forti venti preoccupanti nella zona.
I ‘punti caldi’ particolarmente sensibili al riscaldamento
Ingenti sono i danni provocati dagli incendi che dall’inizio dell’anno hanno devastato le immediate vicinanze di Los Angeles. Più di 10.000 case ed edifici sono già stati distrutti o danneggiati dalle fiamme. Si tratta per la maggior parte di case costruite in zone a rischio, ai margini di colline boscose e su terreni sconnessi, il tutto in una regione particolarmente sensibile ai rischi climatici.
“Alcuni territori sono quelli che chiamiamo ‘punti caldi’. Sono particolarmente sensibili e vulnerabili agli effetti dei cambiamenti climatici», ha confermato venerdì a La Matinale de la RTS la climatologa francese e direttrice della ricerca presso l’Istituto di ricerca per lo sviluppo Françoise Vimeux.
Tuttavia, ai suoi occhi, queste aree non sono necessariamente “inadatte alla presenza umana”, come dimostra il regolare insediamento nella storia, in questi luoghi, di società umane.
Adattamento inevitabile
Secondo una stima degli scienziati, il riscaldamento globale aumenta il rischio di incendi rapidi in California di circa il 25%, una situazione nuova di cui bisognerà tenere conto in futuro.
“La saggezza ci direbbe che, inizialmente, limitiamo il grado di riscaldamento globale, poiché il suo impatto si intensifica man mano che si intensifica. E poi anche la saggezza ci imporrebbe di adattarci, con la questione dell’abitabilità di alcune zone. Ma esiste anche tutta una serie di soluzioni per continuare a vivere in queste zone”, continua Françoise Vimeux.
Tra queste soluzioni, gli esperti citano norme più severe in materia di pianificazione urbanistica, infrastrutture più adeguate o addirittura una maggiore supervisione dell’uso degli spazi naturali.
Oggetto della radio: Foued Boukari
Adattamento web: Vincent Cherpillod
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