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Secondo l’ONU, senza il sostegno internazionale ad Haiti, le bande criminali potrebbero impossessarsi dell’intera capitale

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Qualsiasi ulteriore ritardo nello spiegamento della missione internazionale a sostegno della polizia haitiana potrebbe consentire alle bande criminali di “prendere il controllo” dell’intera capitale, ha avvertito il Segretario generale delle Nazioni Unite in un rapporto pubblicato mercoledì.

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“Il tempo sta scadendo. Eventuali ulteriori ritardi o lacune operative nel fornire sostegno internazionale alla polizia nazionale… comportano il rischio di un collasso catastrofico delle istituzioni di sicurezza nazionale. Le bande potrebbero così impadronirsi dell’intera area metropolitana (di Port-au-Prince), cosa che porterebbe al completo collasso del potere statale”, scrive Antonio Guterres.

La missione “non è ancora dispiegata a pieno regime. La sua capacità operativa di sostegno alla polizia nazionale è quindi limitata”, ha lamentato, chiedendo che venga rafforzata “immediatamente” in termini di personale, attrezzature e finanziamenti.

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha dato il via libera nell’ottobre 2023 a una missione internazionale di sostegno alla sicurezza (MMAS) guidata dal Kenya per aiutare la polizia sopraffatta dalla violenza delle bande.

Ma da allora sono stati dispiegati solo circa 800 agenti di polizia, sui 2.500 auspicati, e la violenza delle bande che, secondo l’Onu, controllano già l’85% della capitale, non sembra essersi attenuata dall’arrivo dei primi uomini nell’estate. scorso.

Secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, lo scorso anno sono state uccise almeno 5.601 persone nel povero paese caraibico, 1.000 in più rispetto al 2023.

Antonio Guterres deplora nel suo rapporto anche i “fallimenti del processo politico”, che “ha contribuito a creare un clima che ha reso possibili queste atrocità”.

“È possibile che il Paese non adotti le misure previste dall’accordo di governance concordato l’11 marzo 2024. In altre parole, l’obiettivo di ripristinare le istituzioni democratiche entro febbraio 2026 è compromesso”, ha stimato.

Sotto la pressione degli attacchi concertati delle bande, l’ex primo ministro Ariel Henry si è dimesso nel marzo 2024, lasciando il posto alle autorità di transizione.

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