A 13 anni, Dorothée Olliéric sognava il giornalismo. 45 anni dopo, ha percorso i quattro angoli del mondo dove gli uomini si fanno la guerra, per testimoniare, per essere lì dove si scrive la Storia. Nel suo ultimo libro “Maman s’en va-en guerre”, la giornalista di Nantes racconta la sua vita e questo mestiere pieno di passione che ha imposto alla sua famiglia.
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Dorothée Olliéric, reporter senior di France Télévisions, ha avuto spesso occasione di porsi questa domanda. Dopo 30 anni trascorsi in prima linea nei conflitti globali, nel suo libro Maman s’en va-en guerre, ritorna nel suo viaggio straordinario, dove passione giornalistica e vita familiare si intersecano costantemente.
I miei figli mi hanno sempre visto partire con il giubbotto antiproiettile e l’elmetto pesante, ma soprattutto mi hanno sempre visto tornare.
Dorothée OlliériGrande giornalista
Felice di essere nato sotto una stella fortunata. I suoi figli, Félix e Castille, che ora hanno 20 e 23 anni, sono cresciuti guardando la madre destreggiarsi tra la cronaca sotto i proiettili e i momenti di tenerezza a casa.
Dorothée Olliéric si occupa di conflitti da tre decenni. Afghanistan, Ruanda, Iraq, Colombia, Ucraina: tanti i settori in cui si è impegnata con incrollabile determinazione.
Essere in prima linea nella storia che viene scritta è viscerale.
Dorothée OlliéricGrande giornalista
Ricorda che il suo ruolo è quello di “raccontare la storia della guerra dal punto di vista di uomini e donne “.
In Ucraina, mentre i primi missili cadevano su Kiev nel 2022, Dorothée scelse di restarci. “Per me era ovvio. È in questi momenti che la nostra professione assume tutto il suo significato.“Mentre diverse squadre di giornalisti, talvolta su ordine della redazione, abbandonavano il campo divenuto pericoloso, lei era in prima linea nella guerra che stava iniziando, incoraggiando le sorelle e i fratelli più piccoli a restare nonostante i rischi:”Il tuo lavoro inizia adesso.”
In Afghanistan, un paese che lei descrive come “fulmine“E dove si è recata una ventina di volte, è stata testimone di grandi sconvolgimenti, dall’arrivo dei talebani nel 1996 al loro ritorno nel 2021”.Ho visto donne conquistare la libertà, diventare agenti di polizia, magistrati, giornaliste… e tutto ciò è crollato. Fa male ancora oggi.“
Dietro l’intrepido giornalista si nasconde una madre attenta e amorevole. “Sono una mamma chioccia“, scivola. All’epoca, anche dalle zone di guerra, chiamava i suoi figli per farsi recitare una poesia o ripetere le tabelline. “JTenevo d’occhio Parigi, anche quando facevo il reporter. “
Una doppia vita non sempre facile, nonostante il sostegno della famiglia. Ricorda un insegnante di storia e geografia che la fece affrontare le sue responsabilità: “Non pensi che i tuoi figli abbiano bisogno di te? “Un’osservazione che l’ha scossa profondamente:”Tutto quel senso di colpa è tornato a riemergere, ma alla fine sono andato avanti.
Per i suoi figli ha sempre minimizzato i rischi, spiegando loro la realtà del suo lavoro.
Quando mio figlio mi ha chiesto se volevo entrare in una bara, ho capito quanto lo avesse spaventato la guerra in Ucraina.
Dorothée OlliéricGrande giornalista
Dorothée Olliéric incoraggia le donne a non rinunciare alle proprie passioni nonostante il ruolo di madri e le difficoltà della vita. “Nel 2025 possiamo fare qualsiasi cosa. Sarà sicuramente complicato, ma un bambino felice è prima di tutto una mamma realizzata..”
Una madre realizzata e realizzata che legge la lettera di sua figlia Castille, che trascrive alla fine del libro e che dice in particolare: “Mia madre è un’avventuriera che non ha paura di nulla. Incarna coraggio e umanità. Trasmette la sua passione a chi la guarda, e la sua gentilezza a chi la incontra nei momenti più difficili. Quindi sì, parlami di lei, di mia madre, quella di cui sono più orgoglioso al mondo. Gli devo tutto. E lo amo così tanto “. “Quando leggo le sue parole, mi dico che non avevo torto ” assapora Dorothée.
Nata a Nantes, Dorothée Olliéric porta sempre con sé un pezzo del suo Atlantico natale. “Queste radici sono la mia ancora. Quando torno, vedere i miei genitori e respirare l’aria del mare mi ricarica le batterie.”
Il suo impegno familiare e professionale, i suoi legami con i soldati o i suoi incontri in trincea, fanno di lei una giornalista profondamente umana. “Nonostante i rischi, da queste esperienze torniamo migliori. Il campo è la mia vita.”
Con “Maman s’en va-en guerre”, Dorothée Olliéric offre una lezione di coraggio ed equilibrio, dimostrando che è possibile conciliare passione e vita familiare, anche quando si frequentano zone di guerra. Una testimonianza stimolante e un vibrante tributo a tutti coloro che osano seguire la propria strada, qualunque siano le sfide.
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