Le autorità messicane sigilleranno un tunnel clandestino scoperto al confine americano che collega Ciudad Juarez alla città texana di El Paso, ha annunciato sabato un ufficiale militare, precisando che è in corso un’indagine sulla sua costruzione.
Scoperto il 10 gennaio dai servizi di sicurezza statunitensi e messicani, il tunnel si estende per circa 300 metri sul lato messicano ed è dotato di illuminazione, ventilazione e di un sistema di supporto per evitare crolli.
Nascosto in un collettore di acqua piovana tra le due città, il suo accesso misura circa 1,8 metri di altezza e 1,2 metri di larghezza, consentendo un facile passaggio di persone o merci, ha affermato il generale Jose Lemus, comandante della guarnigione militare di Ciudad Juarez che sorveglia il tunnel.
La costruzione del tunnel “deve aver richiesto molto tempo… forse uno o due anni”, ha detto il generale ai giornalisti, rifiutandosi di specificare da quanto tempo era operativo e chi potrebbero essere i costruttori e gli utenti.
Ha detto che l’ufficio del procuratore generale messicano è incaricato delle indagini e dovrebbe verificare se ci sia stata complicità da parte delle autorità, dato che il tunnel è stato costruito senza che queste se ne rendessero conto.
Jose Lemus ha anche rivelato che indizi sull’esistenza e sull’ubicazione del tunnel erano stati suggeriti dai trafficanti sui social media, incluso TikTok.
Lunedì, alla vigilia dell’insediamento del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, entrambi i lati del confine tra Stati Uniti e Messico hanno rafforzato le misure di sicurezza, con il repubblicano che ha promesso un’espulsione di massa dei migranti illegali una volta entrato in carica.
Nello stato di Chihuahua, che comprende Ciudad Juarez, le autorità hanno segnalato un incendio in un campo temporaneo per migranti privi di documenti, che ha portato all’evacuazione di 39 adulti e 17 minori, secondo la polizia locale.
Secondo il quotidiano messicano Reforma, gli stessi migranti hanno dato fuoco al campo per resistere al loro arresto, mentre i servizi di immigrazione cercavano di trasferirli a Città del Messico prima della loro espulsione dal Paese.
L’Istituto Nazionale per la Migrazione non ha risposto alle richieste dell’AFP.
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