Prima di rivelarsi nel cinema, David Lynch era un pittore, e tale è sempre rimasto, ammirando Francis Bacon, fantasticando sull’astrazione. Nel 2007, la Fondazione Cartier ha svelato, tra tende rosse, i suoi dipinti surrealisti. Ma se ha lasciato il segno in diverse generazioni di artisti visivi, è soprattutto come regista. A parte quella di Jean-Luc Godard, senza dubbio, la sua influenza non ha equivalenti nel campo della creazione plastica, e tocca gli artisti più diversi: tra la folla dei figli di Lynch si affolla la pittrice Anne-Laure Sacriste, che ha composto ogni mostra come un enigma, il fotografo Gregory Crewdson, le cui immagini fanno sprofondare la vita quotidiana suburbana in un incubo, o il fumettista Riad Sattouf, che oggi piange « [s]noi eroi, [s]noi Dio, il più grande dei più grandi ».
Leggi anche | David Lynch artista totale
Leggi più tardi
Se un’opera dovesse sintetizzare questa impronta indelebile, sarebbe forse questo cartello affisso dall’artista visivo Philippe Parreno nel giardino di Villa Arson, a Nizza, in occasione della mostra Il tempo di nessunonel 1991. Dipinto dal suo complice Philippe Mayaux, invitava, sullo sfondo di due cime innevate, a fuggire dalla realtà. “ Benvenuti a Twin Peaks »era scritto lì: come se la mitica serie del regista americano aprisse all’improvviso le porte su altri pianeti. Intitolato Niente più realtàda allora quest’opera ha fatto il giro del mondo, segnalando il desiderio di un’intera generazione di artisti: basta con la realtà, proclamavano; esploriamo altri territori, la finzione, la fantasia, insomma il cinema.
Ti resta il 64,16% di questo articolo da leggere. Il resto è riservato agli abbonati.
Francia
Mondo
Related News :