DayFR Italian

Charlie Hebdo rimane su X… per affrontare meglio Elon Musk

-

Invece di “abbandonare un’occasione per esprimersi”, Charlie Hebdo resta su X, la controversa piattaforma di Elon Musk, ha annunciato giovedì il settimanale satirico che pubblica caricature del miliardario americano, accusato da molti media di promuovere la disinformazione.

• Leggi anche: Il razzo Starship di Elon Musk segue le orme di Jeff Bezos

• Leggi anche: Londra per indagare sui casi di stupro di minori da parte di bande scoperti da Elon Musk

• Leggi anche: Il watchdog statunitense fa causa a Elon Musk per il riacquisto di azioni Twitter nel 2022

“Elon Musk è orgoglioso di difendere la libertà di espressione. Charlie Hebdo ne approfitta trasmettendo su X le caricature del suo famoso capo», si legge in un comunicato stampa inviato all’AFP.

Da qui a venerdì verranno pubblicate tre serie di 19 disegni in totale, pubblicate sull’ultimo numero di Charlie e tradotte in inglese.

Già pubblicata, la prima salva è accompagnata da un messaggio in inglese indirizzato a Elon Musk: “speriamo che vi piaccia la nostra idea di libertà di espressione. Non esitate a dirci quale design preferite.

Possiamo in particolare vedere il miliardario abbozzato nel dispositivo più semplice, felice di aver subito un “trapianto di cervello” all’estremità del suo pene, sotto il titolo “un’idea geniale al minuto”.

Il giornale dall’umorismo corrosivo, che ha appena commemorato il 10° anniversario dell’attacco islamista che ha decimato parte della sua redazione il 7 gennaio 2015, ha già dedicato la sua ultima prima pagina a Elon Musk, nominato dal presidente eletto americano Donald Trump a capo di un dipartimento di “efficienza del governo”.

Intitolata “Elon Musk… L’estrema destra del futuro” e firmata Riss, la copertina rappresenta il boss di Tesla e amministratore delegato di SpaceX che emerge, nello stile del film “Alien”, dai resti di Jean-Marie Le Pen.

Dalla sua acquisizione nel 2022 da parte di Elon Musk, X (ex Twitter) è stato accusato da molti media e utenti di diffondere informazioni false e di non stanziare risorse sufficienti per la moderazione dei contenuti.

Da diverse settimane si moltiplicano gli annunci di uscita dalla piattaforma il 20 gennaio, data dell’insediamento di Donald Trump, eletto a novembre.

Il sito investigativo Mediapart aveva annunciato a dicembre l’intenzione di abbandonare il social network, che secondo lui era diventato “un’arma di disinformazione massiccia”.

Altri hanno smesso di pubblicare contenuti a novembre, come i quotidiani britannici The Guardian e spagnolo La Vanguardia e, in Francia, Ouest- e Sud Ouest.