Dall’inizio della guerra nella Striscia di Gaza tra Israele e Hamas, l’offensiva israeliana ha causato un livello di distruzione “senza precedenti nella storia recente”, secondo l’ONU. Israele deve ancora approvare l’accordo di cessate il fuoco nei territori palestinesi annunciato mercoledì.
Più di 170.000 edifici danneggiati o distrutti
Secondo l’ultima valutazione dei danni del Centro satellitare delle Nazioni Unite (Unosat), al 1 dicembre, circa il 69% degli edifici sono stati danneggiati o distrutti nella Striscia di Gaza, ovvero 170.812 in totale.
I ricercatori americani Corey Scher e Jamon Van Den Hoek, sempre sulla base di analisi satellitari, ma utilizzando una metodologia diversa, hanno contato 172.015 edifici all’11 gennaio 2025, che per loro equivalgono al 59,8% degli edifici nella Striscia di Gaza.
Dal 7 ottobre 2023 e dall’attacco senza precedenti sferrato da Hamas sul suolo israeliano, che ha provocato la morte da parte israeliana di 1.210 persone, principalmente civili, secondo un conteggio dell’AFP basato su dati ufficiali israeliani e compresi gli ostaggi morti o uccisi in cattività nella Striscia di Gaza, l’esercito israeliano bombarda incessantemente questo territorio angusto e densamente edificato di 365 chilometri quadrati.
La campagna di ritorsione militare israeliana nella Striscia di Gaza ha finora provocato almeno 46.788 morti, in maggioranza civili, secondo i dati del Ministero della Sanità di Gaza del governo di Hamas, ritenuti attendibili dall’ONU.
Rafah mezza distrutta
Secondo analisi satellitari di ricercatori americani, nel nord, la città di Gaza, che prima della guerra contava 600.000 abitanti, ha visto colpiti quasi i tre quarti (74,2%) dei suoi edifici.
A Rafah, nell’estremo sud, la principale città meno danneggiata della Striscia di Gaza, il 48,7% degli edifici è stato colpito (rispetto al 33,9% di aprile). Le facciate degli edifici e delle case di questa cittadina al confine con l’Egitto, dove le truppe israeliane sono impegnate sul campo dall’inizio di maggio, sono sventrate o completamente distrutte.
Secondo Amnesty International, sui 58 km quadrati lungo il confine del territorio palestinese con Israele, oltre il 90% degli edifici risulta essere stato “distrutto o gravemente danneggiato” tra ottobre 2023 e maggio 2024.
Le Nazioni Unite hanno stimato che la ricostruzione del territorio richiederebbe fino a 15 anni e costerebbe più di 50 miliardi di euro.
Un ospedale su due “parzialmente” operativo
Gli ospedali sono spesso presi di mira dall’esercito israeliano, che accusa i combattenti di Hamas di usarli come basi per rifugiarsi o per lanciare attacchi. L’ospedale Kamal Adwan, una delle poche strutture mediche funzionanti nel nord della Striscia di Gaza, è “vuoto” e “fuori servizio”, secondo l’OMS, dopo un importante raid a fine dicembre.
Secondo l’OMS, solo un massimo di 18 dei 36 ospedali (50%) sono “parzialmente” operativi, con una capacità totale di 1.800 posti letto. Il sistema sanitario è “sull’orlo del collasso totale”, ha avvertito l’ONU il 31 dicembre.
Per i luoghi di culto, combinando i dati di Unosat e il database internazionale OpenStreetMap (dati collaborativi e aperti), risulta che l’83% delle moschee sono state danneggiate o distrutte.
Quasi il 90% delle scuole danneggiate
Anche gli edifici scolastici, che fungono da rifugio per gli sfollati, in particolare quelli su cui sventola la bandiera blu delle Nazioni Unite, stanno pagando un prezzo pesante, con l’esercito israeliano che accusa Hamas di usarli per nascondere i combattenti.
Al 1° dicembre, l’UNICEF contava almeno 496 scuole danneggiate, ovvero quasi l’88% delle 564 scuole elencate. Di questi, 396 sono stati direttamente colpiti.
68% delle superfici agricole
Secondo le immagini del centro satellitare delle Nazioni Unite, risalenti al 26 settembre 2024, il 68% delle aree agricole sono state danneggiate, ovvero 103 km2. Nel governatorato di Gaza Nord il 79%, e in quello di Rafah il 57%.
La distruzione delle risorse agricole (compresi sistemi di irrigazione, allevamenti di bestiame, frutteti, macchinari e strutture di stoccaggio) è ancora maggiore: tra l’80 e il 96% “decimato” entro l’inizio del 2024, secondo un rapporto della Conferenza delle Nazioni Unite sull’agricoltura Commercio e sviluppo pubblicato a settembre.
La rete stradale è danneggiata al 68%, con un totale di 1.190 km di strade distrutte, 415 km gravemente danneggiate e 1.440 km moderatamente danneggiate, secondo una “analisi preliminare” di Unosat su dati del 18 agosto.
A dicembre, l’ONU ha sottolineato che “la velocità e la portata degli omicidi e della distruzione nella Striscia di Gaza non hanno precedenti nella storia recente”.
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