Tensioni Serbia-Kosovo –
Pristina chiude dieci comuni serbi “paralleli”.
Mercoledì le autorità kosovare hanno annunciato la chiusura di dieci comuni serbi “paralleli”. Belgrado denuncia una “pericolosa escalation”.
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Mercoledì le autorità kosovare hanno chiuso dieci comuni “paralleli” serbi, tra cui uno nella capitale Pristina, un’operazione che rischia di aggravare le tensioni con Belgrado in vista delle elezioni legislative di febbraio.
“Il tempo delle municipalità e delle istituzioni parallele e criminali della Serbia nella Repubblica del Kosovo sta finendo”, ha detto il ministro degli Interni kosovaro Xhelal Svecla in un messaggio pubblicato su Facebook, descrivendo nei dettagli l’operazione di polizia.
“Come abbiamo promesso, non permetteremo alcun “parallelismo”, tanto meno attività criminale da parte della Serbia, che violerebbe la Costituzione e lo stato di diritto nel nostro Paese”, ha aggiunto.
Il signor Svecla ha aggiunto che durante l’operazione lanciata questa mattina in dieci località del Kosovo dove vivono i serbi sono stati chiusi anche alcuni uffici postali e fiscali serbi.
“Arrampicata pericolosa”
Questa operazione segue numerose altre volte a smantellare quelle che Pristina considera istituzioni parallele serbe che operano illegalmente in territori abitati prevalentemente da serbi. Negli ultimi mesi gli uffici postali e le banche serbe sono stati chiusi e l’uso del dinaro serbo è stato vietato quasi un anno fa.
Questa nuova operazione arriva a poche settimane dalle elezioni legislative – indette per il 9 febbraio – che serviranno da banco di prova per la politica portata avanti dal Primo Ministro Albin Kurti. Quest’ultima ha intensificato i suoi contrasti con Belgrado.
La Serbia non ha mai riconosciuto la dichiarazione d’indipendenza del Kosovo nel 2008. Belgrado mercoledì ha denunciato la chiusura di dieci comuni “paralleli”, mentre il ministro degli Esteri serbo ha descritto l’operazione delle autorità locali come una “pericolosa escalation”.
“Queste azioni aggressive non sono solo un attacco alle istituzioni, ma un palese tentativo di minare i diritti collettivi e l’identità dei serbi in Kosovo”, ha dichiarato il ministro degli Esteri serbo Marko Djuric in un messaggio pubblicato sui social network.
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AFP
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