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Leadership, Cina, Ucraina, Medio Oriente… Cosa ricordare del curriculum diplomatico di Joe Biden

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Una settimana prima della fine del suo mandato, Joe Biden ha tenuto lunedì un discorso di revisione della sua politica estera, chiedendo una leadership americana più forte e chiedendo continui sforzi per mantenere la stabilità globale. In questo intervento, il democratico ha moltiplicato i messaggi rivolti sia ad alleati che a rivali, evitando di nominare direttamente il suo successore, Donald Trump.

“L’America più forte”, affermava la leadership

Joe Biden ha accolto con favore la posizione dominante degli Stati Uniti sulla scena internazionale, che attribuisce agli sforzi della sua amministrazione. “L’America è più forte, le nostre alleanze sono più forti, i nostri avversari e concorrenti sono più deboli”, ha affermato.

Riaffermando la centralità degli Stati Uniti negli affari mondiali, ha sottolineato che il suo mandato ha permesso di ristabilire relazioni talvolta danneggiate dal suo predecessore, consolidando allo stesso tempo le alleanze storiche del Paese.

La forza americana contro la Cina

Uno dei momenti più importanti del suo discorso è stato dedicato alla rivalità sino-americana. Fiducioso, Joe Biden ha messo da parte i timori legati all’ascesa del potere economico della Cina “Secondo le ultime previsioni, data l’attuale traiettoria […]non ci raggiungeranno mai. Punto”, ha detto.

Questa dichiarazione dimostra la volontà del presidente di rassicurare sia l’opinione pubblica che i partner internazionali sulla sostenibilità del ruolo economico degli Stati Uniti di fronte al crescente potere di Pechino.

La questione ucraina e il conflitto in Medio Oriente

Sulla questione ucraina, Joe Biden ha insistito sull’importanza di mantenere il sostegno a Kiev contro la Russia. Ha sottolineato la determinazione della sua amministrazione: “Quando Putin ha lanciato l’invasione, pensava di poter conquistare Kiev in pochi giorni. La realtà è che dall’inizio della guerra l’unico ad essere andato a Kiev sono stato io, non lui. » Sottolineando che “non possiamo abbandonare” l’Ucraina, il presidente ha ricordato il ruolo chiave svolto da Washington negli aiuti militari e umanitari forniti al Paese.

Joe Biden ha affrontato anche il conflitto nella Striscia di Gaza, altro tema scottante del suo mandato. Ha indicato che un accordo di cessate il fuoco, insieme al rilascio degli ostaggi detenuti dai gruppi armati palestinesi, è “sul punto” di essere finalizzato, suggerendo una possibile tregua in un conflitto che ha scosso la regione negli ultimi mesi.

Un appello all’unità internazionale

Il presidente uscente ha difeso il suo approccio multilaterale e diplomatico. “Sotto il mio mandato, l’America ha usato il suo potere per unire i paesi, per aumentare la sicurezza e la prosperità condivise, per resistere all’aggressione, per risolvere i problemi ove possibile attraverso la diplomazia e per difendere incessantemente la democrazia, i diritti civili e umani”, ha affermato.

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Infine, Joe Biden ha riservato una parte del suo discorso alla questione climatica, attaccando frontalmente gli scettici del clima. “Non credono nemmeno che il cambiamento climatico sia reale. Penso che provengano da un altro secolo. Hanno torto. Hanno completamente torto. È la più grande minaccia per l’umanità”, ha affermato, riferendosi all’urgenza della lotta contro il riscaldamento globale.

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