(Città del Messico) La presidente messicana Claudia Sheinbaum ha dichiarato domenica di essere “convinta” che “il dialogo prevarrà” con Donald Trump, ma senza che il suo Paese sia “subordinato” agli Stati Uniti.
Pubblicato ieri alle 16:59
“Quello che è certo è che andremo sempre avanti a testa alta”, ha dichiarato la presidente di sinistra davanti a migliaia di sostenitori, riuniti a Città del Messico per i suoi primi 100 giorni al potere.
“Il Messico è un paese libero e indipendente e, come ho detto, ci coordiniamo, collaboriamo, ma non siamo mai subordinati”, ha continuato tra gli applausi, una settimana prima dell’insediamento del nuovo presidente americano.
Donald Trump ha minacciato di tassare le importazioni messicane al 25% se il Messico non arginerà il traffico di migranti e di droga. Ha anche promesso ai suoi sostenitori una deportazione di massa dei migranti privi di documenti.
Il Messico è il più grande partner commerciale globale degli Stati Uniti e ospita milioni di suoi cittadini.
MMe Sheinbaum ha elogiato il loro contributo “all’economia del Messico, ma lasciatelo sentire forte e chiaro, contribuiscono ancora di più all’economia degli Stati Uniti”.
Secondo la banca spagnola BBVA, leader nel mercato messicano, le rimesse dei messicani residenti negli Stati Uniti alle loro famiglie rimaste in patria (remesas) rappresentavano il 3,4% del PIL nel 2024.
Riguardo al fastidioso problema della narcoviolenza, MMe Sheinbaum ha sottolineato un calo degli omicidi del 16% tra settembre e dicembre.
Ha inoltre difeso ancora una volta la controversa riforma del potere giudiziario, che prevede l’elezione popolare dei giudici e dei magistrati fino alla Corte Suprema.
“Non ci sono dubbi, la magistratura sarà autonoma”, ha detto.
Di fronte alle minacce di Donald Trump, il Messico e il primo presidente donna della sua storia sembrano aver risposto con un misto di promesse nei confronti del grande vicino settentrionale e di fermezza.
Venerdì, le autorità messicane hanno annunciato la scoperta di un “tunnel” clandestino verso gli Stati Uniti a Ciudad Juarez, da dove molti migranti tentano di attraversare il confine.
Nelle ultime settimane il Messico ha annunciato anche due sequestri di fentanil, una droga sintetica che provoca migliaia di overdose negli Stati Uniti.
Ma con una vecchia carta a sostegno, il “presidente” ha proposto di rinominare gli Stati Uniti “America messicana”, in risposta al suggerimento di Donald Trump di chiamare il Golfo del Messico, “Golfo d’America”.
Dopo tre mesi al potere, la presidentessa 62enne, dottoressa in fisica, gode di una popolarità che supera quella del suo predecessore e mentore Andrés Manuel Lopez Obrador.
Secondo il sondaggio d’opinione della ditta Enkoll, l’80% degli intervistati approva “molto” o “poco” il suo comportamento.
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