Con i nuovi accordi siglati a dicembre da Berna e Bruxelles è possibile evitare il dumping salariale in Svizzera, ritiene il direttore dell’Unione svizzera dei datori di lavoro (UPS). Lunedì sui giornali del gruppo CH Media si discute di diverse possibilità.
Il direttore dell’UPS Roland Müller cita ad esempio i divieti di lavoro per le aziende che non rispettano le norme svizzere. È anche possibile bloccare i pagamenti dei committenti svizzeri alle aziende europee che praticano il dumping salariale.
“È anche una questione di rafforzamento […] accreditamento per le imprese del settore edile, dimostrando che rispettano tutte le regole”, continua il signor Müller.
Più di 50 incontri
Il direttore dell’UPS rileva inoltre che le discussioni tra le parti sociali e la Segreteria di Stato dell’economia (SECO) vertono su questioni tecniche, come ad esempio la proporzionalità delle misure. Finora si sono svolti più di 50 incontri, aggiunge. “Presumo che troveremo soluzioni in molti settori”.
L’UPS ha accolto con favore i nuovi accordi tra la Svizzera e l’Unione europea (UE) conclusi alla fine di dicembre. La conclusione di questi negoziati segna un passo importante, ha affermato l’organizzazione.
L’UPS non potrebbe sostenerli, “se ci fossero interventi nel mercato del lavoro flessibile che non hanno nulla a che fare con le aziende europee che distaccano i loro dipendenti” in Svizzera, dice Müller nell’intervista.
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