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L’Algeria denuncia l’“espulsione arbitraria” di un influencer algerino da parte della Francia e respinge le accuse di “escalation” lanciate da Parigi

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Il Ministero degli Esteri algerino ha reagito dopo il ritorno a Parigi di un influencer espulso nel suo Paese dalla Francia.

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Pubblicato il 01/11/2025 16:21

Aggiornato il 01/11/2025 16:40

Tempo di lettura: 2 minuti

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Il ministro degli Esteri algerino Ahmed Attaf durante un incontro presso la sede delle Nazioni Unite a New York il 25 settembre 2024. (LEONARDO MUNOZ/AFP)

Algeri reagisce dopo il ritorno a Parigi di un influencer algerino espulso nel suo Paese dalla Francia. L’Algeria ha respinto, sabato 11 gennaio, le accuse “arrampicata” et “d’umiliazione” della Francia e denunciò a “campagna di disinformazione” contro l’Algeria.“L’Algeria non è in alcun modo coinvolta in una logica di escalation, di sopraffazione o di umiliazione”ha annunciato il Ministero degli Affari Esteri algerino in un comunicato stampa. “L’estrema destra vendicativa e piena di odio, così come i suoi araldi certificati all’interno del governo francese, stanno attualmente conducendo una campagna di disinformazione, persino mistificazione, contro l’Algeria”ha aggiunto.

Un algerino di 59 anni, soprannominato Doualemn, è stato arrestato a Montpellier (Hérault) dopo un video pubblicato su TikTok e poi messo su un aereo giovedì pomeriggio per l’Algeria, da dove è stato rimpatriato la sera stessa in Francia, paese algerino. “bandito dal territorio”. “Il cittadino oggetto di espulsione vive in Francia da trentasei anni. Ha un permesso di soggiorno lì da quindici anni. È padre di due figli nati dall’unione con una cittadina francese. Infine, è socialmente integrato nella misura in cui ha un lavoro stabile da quindici anni”, giustifica Algeri nel suo comunicato stampa.

Questo episodio suscitò l’ira del ministro degli Interni, Bruno Retailleau, che accusò Algeri di volerlo “Umiliare la Francia”. Diciamo Algeri “continua a salire”Parigi dovrà farlo “vendicarsi”dal canto suo, ha messo in guardia venerdì il ministro degli Esteri francese, Jean-Noël Barrot.

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