Madame Chantal non merita più di insegnare. Il Ministero dell’Istruzione deve revocargli l’abilitazione all’insegnamento il prima possibile. Questa donna contamina la professione di educatrice con comportamenti così violenti da mettere a rischio la salute mentale degli studenti.
Émile, un bambino di 7 anni che frequenta la scuola elementare Marie-Charlotte a Joliette, ha subito ripetute denigrazioni da parte della signora Chantal. Il bambino era terrorizzato al solo pensiero di andare a lezione. Questa persona moderatamente autistica e ansiosa lo chiamava “non buono” e lo gettava nel corridoio alla minima occasione. Era diventato il suo capro espiatorio. Ha l’abitudine di intimidire, sminuire e trattare i suoi studenti come “mell mozus”.
Marie, la madre di Émile, ritirò suo figlio da scuola perché aveva espresso pensieri suicidi. Ha ragione a voler perseguire il Centro Servizi Scolastici Samares, a Lanaudière. Come lei, mi arrabbierei per l’incompetenza dei centri di servizio scolastici, che non si prendono la briga di avvisare i genitori. Né il Centro né la scuola l’hanno mai avvertita che si trattava della stessa Chantal che si era esibita l’anno scorso davanti ai suoi alunni di 6 e 7 anni.
La madre vuole sporgere denuncia alla polizia affinché la bisbetica che semina il terrore nella sua classe non possa più portare scompiglio altrove. L’insegnante ha già dovuto rispondere delle accuse di aggressione e intimidazione che non hanno avuto successo. Sarebbe bello se questa volta reprimessimo questo recidivo che si prende gioco di noi.
“Tu, cotta!”
Questa volta la signora Chantal non ha più circostanze attenuanti per giustificare le sue azioni violente. Gli insegnanti hanno il diritto di essere stanchi, esperti nel compito, ma non possono aggredire verbalmente e fisicamente i ragazzi loro affidati. Nonostante il suo background discutibile, è inaccettabile che sia riuscita a ingannare il sistema.
I centri di servizi scolastici tagliano gli angoli. Sono pronti ad assumere chiunque. “Hai un diploma, non hai precedenti penali, sei assunto!”
Un insegnante problematico può quindi continuare a terrorizzare gli studenti nella totale impunità. La carenza di personale ha le sue spalle. Non è più una questione di risorse, ma di priorità. La sicurezza emotiva e psicologica dei bambini deve avere la priorità.
Me lo ha insegnato Crudelia
Ricordo ancora questa insegnante della mia infanzia che ci minacciava con il suo anello appuntito. Passò tra i banchi e lo sbatté sulla scrivania. Faresti meglio a non commettere errori! Far cadere la matita la mise di cattivo umore. Il suo anello aveva già graffiato le guance di diversi studenti. Una vera e propria furia che ci ha preso a schiaffi, ci ha attorcigliato le braccia, ci ha messo in un angolo. Per fortuna ho cambiato scuola.
I bambini meritano di apprendere in un ambiente sano e sicuro. Uno studente è una pagina bianca su cui è scritto il suo futuro. Un cattivo insegnante può rapidamente contaminarlo con commenti dispregiativi. Deve essere allontanato dall’ambiente scolastico, punto.
È ora di suonare il campanello. Per tutte le Madame Chantales del Quebec la pausa è finita.
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