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Mohamed Lazhar: “Ogni oggetto perduto equivale a una parte della nostra memoria che è anch’essa perduta”.

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Mohamed Lazhar
Professore di Archeologia e Patrimonio presso l’Università Ibn Zohr – Agadir

A tre anni dalla firma di un accordo bilaterale volto a combattere il traffico di beni culturali, il Marocco chiede agli Stati Uniti di rivedere i termini del protocollo. Dietro questa richiesta, la volontà dichiarata di proteggere il patrimonio minacciato e di rafforzare la cooperazione internazionale nella lotta al saccheggio archeologico.

Potete darci un’idea del volume e del valore dei reperti archeologici marocchini che finiscono sul mercato nero internazionale?
Gli oggetti archeologici rinvenuti sul mercato nero internazionale hanno più un valore commerciale che non scientifico poiché staccati dal loro contesto da scavi clandestini.

Pertanto, se un oggetto archeologico non viene studiato nel suo contesto stratigrafico, può contribuire poco e perde il suo valore storico e culturale. Oltre agli oggetti provenienti da scavi clandestini, alcuni vengono solo raccolti in superficie e spediti fuori dal Paese.

Disponiamo di dati precisi sul traffico di beni culturali marocchini? Possiamo stimare quanti oggetti vengono sequestrati ogni anno e quali sono le principali destinazioni di questi reperti?
Non è facile dare una cifra sul numero di oggetti localizzati fuori dal Paese, in assenza di uno studio sull’argomento.

D’altra parte, ciò che è importante dire a questo livello è che ogni oggetto perduto equivale a una parte della nostra memoria che va anch’essa perduta. I traffici illeciti, infatti, rappresentano un fattore importante nell’offerta del patrimonio di ciascun Paese e, per estensione, dell’identità del Paese stesso. Per le principali destinazioni si registra un crescente interesse da parte sia del continente europeo che di quello americano ad accogliere oggetti non occidentali.

Quali sono le sfide che il Marocco deve affrontare nella lotta al saccheggio archeologico e al traffico di beni culturali? Si tratta di un problema che colpisce soprattutto alcune regioni del Paese?
Il problema del traffico illecito di beni culturali in Marocco può essere spiegato con ragioni sociali e giuridiche. Dal punto di vista sociale, la ricchezza nell’immaginario popolare è legata alla scoperta di tesori e questo ha incrementato gli scavi clandestini alla ricerca di oggetti d’oro e d’argento.

Inoltre, la vendita di oggetti antichi è una pratica comune nella società, compresi i negozi del bazar qui. Da un punto di vista giuridico, l’arsenale legislativo viene modernizzato per poter rispondere alle nuove sfide.

Per quanto riguarda la situazione nelle diverse regioni del Marocco, possiamo distinguere tra traffici illeciti nelle aree urbane e nelle aree rurali. Questi ultimi, infatti, sono più esposti alla perdita dei loro beni a prezzi ridicoli.

Faiza Rhoul / Ispirazioni ECO

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