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se l’Algeria “continua l’escalation”, la Francia dovrà “reagire”, avverte il ministro degli Esteri

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Mentre la crisi tra Algeria e Francia si aggrava dopo che l’influencer algerino Doualemn, espulso dalle autorità francesi, è stato “bandito dal territorio” dal suo paese natale, il ministro degli Esteri Jean-Noël Barrot ha indicato che se Algeri “continua l’escalation”, Parigi dovrà ” vendicarsi”.

La Francia alza la voce. L’L’influencer algerino Doualemn, vero nome Boualem N., deportato questo giovedì 9 gennaio pomeriggio in Algeria dopo un video che incitava alla violenza, è stato finalmente rimpatriato la sera stessa in Francia, poiché il suo paese natale gli aveva vietato l’ingresso nel paese. A seguito di questa decisione delle autorità algerine, la crisi tra Parigi e Algeri si è intensificata.

È in questo contesto di tensioni diplomatiche tra i due paesi che Jean-Noël BarrotMinistro degli Affari Esteri, ha reagito venerdì 10 gennaio a LCI sulla controversia relativa al licenziamento dell’influencer Boualem N., soprannominato Doualemn, in Francia.

“Da qualche tempo le autorità algerine hanno adottato un atteggiamento di ostilità nei confronti della Francia. Siamo aperti al dialogo franco e fermo. Ma per un dialogo ce ne vogliono due. Se gli algerini continueranno con questa escalation e con questo atteggiamento di ostilità, non avremo altra scelta che rispondere”, ha affermato Jean-Noël Barrot.

Da parte sua, l’ex Primo Ministro, Gabriele Attalha invitato a denunciare l’accordo franco-algerino del 1968, per “fissare i limiti e assumere gli equilibri di potere con l’Algeria”.

“Si vede chiaramente che l’Algeria cerca di umiliare la Francia”

In un forum su Figaroha denunciato in particolare l’arresto dello scrittore franco-algerino Boualem Sansal, il licenziamento da parte dell’Algeria di un influencer algerino espulso poche ore prima dalla Francia, e “le provocazioni e gli insulti dei gerarchi del regime algerino”.

L’accordo del 1968, che conferisce agli algerini uno status speciale in termini di circolazione, soggiorno e occupazione in Francia, “è diventato oggi un canale di immigrazione a pieno titolo, consentendo il ricongiungimento familiare e l’insediamento delle persone, senza che queste debbano nemmeno conoscere la nostra lingua o mostrare la loro integrazione”, accusa Gabriel Attal.

“Rende praticamente impossibile ritirare il permesso di soggiorno ai cittadini algerini, anche per ragioni di ordine pubblico”, aggiunge, precisando che rimettere in discussione l’accordo del 1968 è “una prima emergenza”.

Dalla parte di Bruno Retailleauil ministro degli Interni ha parlato, questo venerdì, durante un viaggio nella Loira Atlantica, delle tensioni diplomatiche tra i governi francese e algerino, il giorno dopo il ritorno in Francia dell’influencer algerino Doualemn. “Con l’Algeria abbiamo raggiunto una soglia estremamente preoccupante. Si vede chiaramente che l’Algeria cerca di umiliare la Francia”, ha denunciato il ministro.

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