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Il ministro dell’Interno Bruno Retailleau vuole vietare per legge l’uso del velo per gli accompagnatori delle gite scolastiche

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In un’intervista a “Parisien”, si è anche detto “personalmente” favorevole all’estensione del divieto all’università, in nome della “lotta contro l’islamismo dei Fratelli Musulmani”.

Pubblicato il 01/08/2025 13:03

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Il ministro dell’Interno Bruno Retailleau, a Parigi, il 14 dicembre 2024. (STEPHANE DE SAKUTIN/AFP)

Rimesso sul tavolo il dibattito sul velo? Il ministro dell’Interno Bruno Retailleau ha espresso il desiderio di vietare nella legge l’uso del velo per accompagnare le donne durante le gite scolastiche, in un’intervista a parigino messo online lunedì 6 gennaio.

Per Bruno Retailleau, “gli accompagnatori non devono essere velati” et “A queste attività va applicata la legge del 2004 sui simboli religiosi: le gite scolastiche sono la scuola fuori le mura”. Per il ministro dell’Interno la legge vigente non basta: “Mi auguro che ci sia un provvedimento legislativo”afferma il ministro, il quale crede che possa prendere forma “una proposta di legge” presentata da un parlamentare.

“Il velo non è solo un semplice pezzo di tessuto: è uno standard per l’islamismo e un indicatore dell’inferiorizzazione delle donne rispetto agli uomini”giustifica questa figura dei repubblicani. Egli ritiene, più in generale, che sia necessario “estendere la portata della laicità ad altri spazi pubblici”citando anche il competizioni sportive. Alla domanda su una possibile estensione del divieto di indossare il velo all’università, ha detto “personalmente (…) favorevole” a questo.

Più in generale, il Ministro dell’Interno “auspica che una delle principali priorità dei prossimi mesi sia la lotta all’islamismo dei Fratelli Musulmani”che accusa di creare “entrismo” e di “minaccia[r] le nostre istituzioni e la coesione nazionale”.

“La Francia potrebbe essere colpita ancora” dal terrorismo, perché “la battaglia contro il totalitarismo islamico è lungi dall’essere vinta”dichiara in questa intervista pubblicata alla vigilia delle commemorazioni degli attentati del gennaio 2015.

Considerando questo “Il terreno fertile per il terrorismo è il separatismo e l’Islam politico”assicura “Cittadini musulmani questo [le gouvernement] non sta conducendo una lotta contro la loro religione, che è sfigurata dall’islamismo, ma una lotta contro un’ideologia politica che sta sfigurando la loro religione”. “Cosa c’è in gioco”dice il ministro “queste sono le conquiste dell’Occidente come l’uguaglianza di genere, la libertà di coscienza o il nostro laicismo francese”.

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